«Sebbene al termine del percorso alcuni problemi restino ancora aperti e alcune congetture dovrebbero essere verificate, penso che il valore di questo lavoro sia l’essere stato l’occasione per riflettere su una delle prime operazioni proprie della dimensione sperimentale, cioè la misura, e sui limiti e il valore del concetto di riproducibilità di un esperimento». Così un’insegnante di fisica di un liceo classico ha sintetizzato l’esito dell’attività sperimentale svolta da un gruppo di studenti di prima nel laboratorio della scuola durante le ore extracurricolari e che ha prodotto la “tesina” con la quale la classe ha partecipato alla X edizione di ScienzAfirenze. Ed è una sintesi che accomuna la maggior parte dei docenti che hanno guidato i gruppi nei mesi scorsi e che domani e dopo accompagneranno gli studenti presso il Polo delle Scienze Sociali dell’Università di Firenze per il Convegno conclusivo e per la cerimonia di consegna dei premi.



Ma anche da parte degli studenti si è manifestato chiaramente un di più di consapevolezza circa la natura della conoscenza scientifica, che ha nell’idea di “esperimento” una sua colonna portante; a conferma della felice intuizione espressa nel sottotitolo di tutte le edizioni di ScienzAfirenze: “La dimensione sperimentale nello studio delle scienze”. Così, ad esempio, concludono il lavoro gli studenti liceali che hanno “reinventato” l’esperimento con il quale il fisico Jean Perrin nel 1926 aveva determinato l’ordine di grandezza delle particelle contenute in una mole: «Cosa abbiamo imparato? Lavorare in modo sperimentale è molto interessante, ma nello stesso tempo impegnativo, molte sono state le difficoltà incontrate e non è stato facile ottenere il risultato che ci eravamo prefissati. La realtà è complessa e sembra opporsi ai nostri tentativi di conoscerla. Non tutto si può prevedere nella progettazione iniziale ed è necessario ripartire continuamente dagli errori e dalle difficoltà che si presentano nel lavoro».



Basterebbero queste conclusioni di tipo generale per apprezzare l’iniziativa; che però offre spunti interessanti anche nello specifico del tema proposto: infatti il titolo di questa edizione era “Ordine e disordine nel mondo della natura” e su questa linea culturale si snoderà il Convegno voluto dai promotori e cioè dall’associazione Diesse Firenze e Toscana, in collaborazione con il MIUR, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, l’Associazione Euresis, la Rivista Emmeciquadro.

Un tema che non ha mancato di stimolare la creatività degli studenti, alcuni dei quali non si sono limitati a popolare i laboratori delle scuole – e già questo sarebbe un risultato – ma sono usciti per andare a interpellare gli scienziati sul campo. Come gli alunni di una quinta liceo scientifico di Mestre, che si sono recati al Centro Maree di Venezia e si sono “immersi” nell’attività quotidiana dei ricercatori alle prese col fenomeno dell’acqua alta: hanno scoperto che un fenomeno come la marea ha una componente deterministica (astronomica) e una caotica legata a vari fattori meteorologici. Con i dati forniti dal Centro hanno svolto simulazioni e analisi matematiche, rendendosi conto delle reali difficoltà di previsione.



Altri si sono spinti verso i tipici argomenti della scienza del caos, realizzando e analizzando reazioni chimiche oscillanti e altri casi di sistemi dissipativi lontani dall’equilibrio; e c’è chi ha affrontato situazioni di caos più quotidiano: come chi ha analizzato i dati da elettrocardiogrammi di persone affette da varie patologie cardiache; o chi ha ideato un sofisticato esperimento per studiare la varietà di comportamenti ordinati e caotici di un “rubinetto gocciolante”. Le classi del biennio si sono indirizzate maggiormente sugli aspetti matematici e si sono lasciati attrarre dalle suggestioni anche grafiche di figure come quelle frattali e dalla loro sorprendente applicazione a un gran numero di sistemi naturali e situazioni concrete.

Insomma, vedendo quanto è successo nelle scuole che hanno partecipato in questo e nei precedenti nove anni, c’è da constatare che l’iniziativa degli insegnanti fiorentini sta raggiungendo i suoi obiettivi: a tutto vantaggio non solo di chi si è mobilitato direttamente ma di tutti coloro che, dalle cattedre e dai banchi di tutta la Penisola guarderanno con interesse a questa esperienza.