L’idea di dedicare un giornata a livello mondiale ai problemi ambientali della Terra nasce sull’onda dell’inizio del movimento ambientalista moderno. Google, molto attento a queste tematiche, non poteva mancare e sfoggia in tutto il mondo un doodle animato per celebrare questa giornata di sensibilizzazione. E’ la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta quando escono li primi libri che trattano per la prima volta il problema ambientale su scala globale: è questa la chiave di volta che darà vita a una Giornata della terra su scala planetaria, il riconoscere la globalità del problema. Ricordiamo ad esempio un libro che ebbe molta influenza su questa scena come “Primavera silenziosa” scritto addirittura nel 1962 da Rachel Carson e che viene considerato un manifesto antesignano del futuro movimento ambientalista. La biologa statunitense incentrava la sua attenzione sullo sterminio di alcuni tipi di uccelli dovuti all’uso dei pesticidi nell’agricoltura. Fu in seguito un grave disastro ambientale avvenuto nel 1969 al largo di Santa Barbara in California (la fuoriuscita nel mare di petrolio da un pozzo) a dare l’impulso definitivo alla nascita del movimento ambientalista e di conseguenza alla Giornata della Terra, quando il 22 aprile 1970 circa venti milioni di americani diedero vita a una manifestazione a difesa della Terra. Nacque quel giorno il cosiddetto “Earth Day”. Si comprese in quel frangente che cominciavano cioè a emergere problemi ambientali di portata globale che interessavano ampie regioni. La giornata aveva dunque il significato di mettere in evidenza questo problema: che la Terra intera è minacciata. Nel corso dei decenni le problematiche ambientali sono aumentate insieme alla sensibilità verso queste problematiche. Sono state messe in atto una serie di iniziative attraverso protocolli di intesa e diversi problemi sono stati anche effettivamente risolti o comunque affrontati in maniera più decisa. Altri invece restano ancora aperti. Oggi il problema più urgente emerso in anni recenti è quello del cosiddetto riscaldamento globale, non è l’unico ma è certamente quello che desta più preoccupazione. Il cosiddetto “global warming” è oggetto di vari protocolli e conferenze mondiali come quella famosa di Kyoto, ma dove non si riesce a trovare una intesa fra i vari Paesi. E’ un problema che ha due aspetti. Da un lato il problema oggettivo dell’aumento della temperatura dall’altro un dibattuto ancora aperto sulle cause effettive di un fenomeno così complesso che vanno individuate con esattezza. Che la causa infatti sia dovuta interamente all’uomo è ancora oggetto di discussione, ci sono elementi a favore ed elementi contro. A fronte di questo ci sono però problemi che vengono un po’ coperti proprio dal grande risalto che ha il riscaldamento globale, come il problema della desertificazione che tocca ancora diverse regioni, e il problema dell’acqua e della sete. Sono problemi anch’essi di portata globale che invece vengono un po’ trascurati. In Italia la sensibilità della comunità scientifica verso le problematiche ambientali è molto forte. Ci sono diverse iniziative di ricerca legate a enti istituzionali come l’Enea che portano avanti attività di ricerca e di monitoraggio. Tornando al riscaldamento globale infatti c’è un altro problema che va tenuto di conto: c’è bisogno di raccogliere tanti dati per giungere ad affrontarlo in modo decisivo e per questo vanno messe in campo tante attività dalla strumentazione al monitoraggio con satelliti. Proprio in questo ultimo campo l’Italia è molto attiva.



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