Il primo è stato, nel 2003, il francese Jean-Pierre Serre, per le sue ricerche in geometria algebrica, teoria dei numeri e topologia; lo scorso anno è stata la volta del matematico ungherese Endre Szemerédi, per i suoi studi di combinatoria e informatica teorica.
Nel mezzo un gruppetto di nove studiosi, i cui nomi non diranno molto che al grande pubblico ma che resteranno per sempre nella storia della matematica. Sono i vincitori del Premio Abel, attribuito dall’Accademia norvegese di Scienze e Lettere a scienziati distintisi nelle discipline matematiche.
Per il 2013 il premio – del valore di circa 750.000 euro – è andato a Pierre Deligne (Institute for Advanced Study, Princeton, Usa) “per i suoi contributi fondamentali alla geometria algebrica e per il loro impatto trasformativo sulla teoria dei numeri, sulla teoria delle rappresentazioni e su campi correlati”.
Un grande traguardo per Deligne, visto che il Premio Abel è uno dei massimi riconoscimenti per un matematico, anche se allo stesso tempo rimane uno dei premi meno conosciuti al di fuori dal mondo scientifico, nonostante la sua storia sia molto interessante. Per comprendere le ragioni che hanno portato all’istituzione di questo premio, occorre sapere che per la matematica non esiste il Premio Nobel.
Per cercare di riempire questo vuoto il matematico norvegese Sophus Lie alla fine del XIX secolo propose di istituire un premio in memoria di Niels Henrik Abel, che fu probabilmente il più grande matematico norvegese.
La sua grandezza è dovuta alla dimostrazione di alcuni importanti risultati in analisi e algebra, ma sfortunatamente il suo valore e le sue scoperte furono riconosciuti solo dopo la sua prematura morte (avvenuta a soli 26 anni), dal momento che ebbe molte difficoltà nel trovare finanziamenti per viaggiare fuori dalla Norvegia, per continuare i suoi studi e per pubblicare i propri risultati. Nel 1902, anno del centenario della nascita di Abel, il re di Svezia Oscar II si impegnò a introdurre un premio in sua memoria; ma con la dissoluzione dell’unione politica di Svezia e Norvegia, nel 1905 il progetto venne abbandonato.
La mancanza di un premio annuale per la matematica continuò anche nel corso del XX secolo: l’introduzione della prestigiosa Medaglia Fields, nel 1936, non risolse il problema dal momento che essa viene assegnata ogni quattro anni e solamente a matematici con meno di quarant’anni. Con l’avvicinarsi del 2002, anno del bicentenario della nascita di Abel, emerse nuovamente l’idea di dedicargli un premio.
Finalmente nel 2003 venne assegnato per la prima volta il Premio Abel, che da allora viene attribuito annualmente a un matematico che si sia distinto per grandi scoperte.
Per l’anno 2013 il vincitore è appunto Deligne, un matematico belga docente al celebre Istituto statunitense di Princeton, quello stesso che ha visto all’opera scienziati del calibro di Kurt Gödel e Albert Einstein.
Deligne si era distinto già nel 1973 con alcune importanti dimostrazioni nel campo dell’algebra, lavorando su argomenti noti come “congetture di Weil”, e per queste scoperte aveva ottenuto nel 1978 la succitata Medaglia Fields. In seguito, la ricerca di Deligne ha dato altri contributi alla matematica, soprattutto nel campo della geometria algebrica; e conseguentemente sono arrivati altri premi come il Premio Balzan (2004) e il Premio Wolf (2008).
Quello della geometria algebrica è un settore della matematica che studia proprietà dei polinomi attraverso l’uso di intuizioni geometriche; nel corso dell’ultimo secolo la geometria algebrica si è molto evoluta, tanto che matematici di altri settori si ritrovano spesso a dover affrontare problemi di geometria algebrica.
Senza entrare nello specifico, l’importanza delle scoperte di Deligne successive alla dimostrazione delle congetture di Weil è dovuta al fatto che esse hanno contribuito allo sviluppo della geometria algebrica e alla sua applicazione ad altri settore della matematica. Sono motivi sufficienti a giustificare un premio come l’Abel: un riconoscimento al grande contributo dato da Deligne alla matematica in tanti anni di instancabile attività.