E’ stato il morso di un ragno (ma non solo) a uccidere all’età di 49 anni il chitarrista Jeff Hanneman, il fondatore degli Slayer considerato uno dei padri del “trash metal”. E’ stata la stessa band americana a dare l’annuncio della scomparsa su Facebook: “Gli Slayer sono devastati nell’informarvi che il loro compagno e fratello, Jeff Hanneman, è morto intorno alle 11 del mattino in California. Hanneman era ricoverato in un ospedale nei pressi della sua casa ed è morto di insufficienza epatica”. Sembra che la causa del decesso sia la conseguenza di una fascite necrotizzante causata da un ragno velenoso: Hanneman venne morso due anni fa mentre si trovava nella sua abitazione, nella California meridionale, e dopo due mesi di ricovero i medici riuscirono a salvargli sia il braccio che la vita. Con il tempo è però sopraggiunta la grave infezione che ha colpito gli strati profondi della pelle e i tessuti sottocutanei, provocando disturbi al fegato e la conseguente insufficienza epatica. Abbiamo chiesto ulteriori spiegazioni al dottor Fabrizio Pregliasco, medico infettivologo.



Cosa crede sia accaduto? 
Quando una persona muore per una complicanza infettiva, è sempre opportuno capire quale sia il nesso causale tra l’incidente, in questo caso il morso del ragno, e il successivo peggioramento dello stato di salute. Insomma, bisognerebbe tentare di rispondere alla domanda: la colpa è da attribuire al morso del ragno o al medico che potrebbe non aver curato a dovere la ferita? Quello che è certo è che l’effetto finale non è dovuto al primo danno ma al seguente decorso della malattia.



Un decorso in cui, in questo caso, si è venuta a creare una fascite necrotizzante. Di che si tratta? 
E’ sostanzialmente una rara forma di infiammazione dei tessuti sottocutanei e degli strati profondi della pelle. Si tratta di uno sviluppo batterico che può essere causato anche da un piccolo trauma e che va lentamente a provocare la necrosi dei tessuti sottocutanei, quindi di fatto la loro distruzione. I batteri che producono questi effetti possono essere diversi ma, se la fascite non è diagnosticata e trattata in tempi brevi, solitamente comporta prognosi spesso infauste.

Quindi non è stato il morso del ragno a provocarla? 
Il morso del ragno è stata la causa scatenante, ma di certo non ha provocato la grave forma di infezione, visto l’impossibilità da parte del ragno di inoculare il batterio. Il morso ha però senza dubbio creato la ferita che, nel corso del tempo, ha facilitato la creazione di questa infezione.



Cosa può dirci della pericolosità dei morsi dei ragni? 
Molti ragni sono velenosi, ma alcuni possono avere degli effetti certamente più gravi. In Italia, ad esempio, sono tre i ragni in grado di inoculare un veleno potenzialmente pericoloso: la celebre vedova nera, il cosiddetto ragno violino e quello chiamato “dal sacco giallo”.

Quali sono i maggiori sintomi? 
I loro morsi possono provocare sintomi simili a quelli di una puntura di vespa, quindi una reazione infiammatoria pesante, però è ovvio che in altre nazioni vi sono ragni capaci di provocare danni ben peggiori, come uno shock anafilattico che può risultare anche letale. Tipicamente i ragni più pericolosi danneggiano le cellule della parte più profonda della cute, un’azione necessaria per il ragno per difendersi.

Con quali conseguenze? 

E’ come se questa “dermonecrosi” fosse una ferita continua che, ovviamente, rimane per lungo tempo esposta a infezioni, esattamente come avviene nel caso di ustioni. Non bisogna mai dimenticare che la cute è una barriera efficacissima e che in questi casi viene a mancare. Nel caso del chitarrista si è quindi venuta a generare questa fascite necrotizzante che purtroppo ancora non si riesce a curare a dovere. Gli antibiotici, infatti, non riescono ad arrivare in concentrazione adeguata a quel livello di infezione.

Cosa si può fare quindi? 
Senza dubbio è necessaria una grande attenzione nel trattamento successivo al primo incidente che deve essere immediato e privo di rischi infettivi, per esempio attraverso medicazioni adeguate e trattamenti ospedalieri in ambienti sterili.

Come mai è stata un’insufficienza epatica a provocare la morte di Jeff Hanneman? Cosa c’entra il fegato? 
Il fegato è un filtro naturale e un recuperatore di materiali danneggiati. Nel caso di una ferita continua di questo tipo, quindi, si verifica sostanzialmente un eccesso di lavoro a livello epatico e si può attivare un conseguente shock settico, una diffusione generalizzata dell’infezione che può portare alla morte.

 

(Claudio Perlini)