“Tra un paio di anni saremo in grado di effettuare un trapianto di testa”. Ad annunciarlo, in una intervista esclusiva rilasciata al settimanale Oggi (in edicola dal 19 giugno) è il neurochirurgo torinese Sergio Canavero.
Australia / Donna si risveglia dal coma…con un accento francese
L’ambizioso progetto, denominato Heaven/Gemini (Head Anastomosis Venture with Cord Fusion), prevede la possibilità, in un futuro molto vicino, di fondere due diversi tratti di midollo spinale, quello di un corpo donato col moncone nel collo del soggetto ricevente. Insomma, un vero e proprio trapianto di testa. “Gli ostacoli tecnici – ha spiegato Canavero a Oggi nel corso dell’intervista – sono stati superati grazie all’utilizzo dell’ingegneria cellulare.
La chiave di volta della riconnessione del midollo spinale è rappresentata dalla possibilità di fondere i prolungamenti nervosi sfruttando delle sostanze in grado di ricostituirne l’integrità”. Il progetto Heaven, inoltre, “viene reso possibile da un taglio minimamente traumatico del midollo spinale con una lama ultra-tagliente. Un minitrauma che non è certamente comparabile con quello che si verifica purtroppo nei paraplegici e tetraplegici dove il danno midollare è esteso, complesso, con cicatrici e lesioni profonde. L’intervento viene effettuato in ipotermia profonda (15 gradi centigradi), per tutelare le strutture cerebrali”.
E’ indubbio che un progetto di questo tipo solleverà, oltre a un ovvio stupore e curiosità, anche numerose polemiche e un acceso dibattito etico: quanto annunciato dal neurochirurgo di Torino, infatti, rappresenta di fatto un primo grande passo verso l’allungamento della vita umana. “La società dovrebbe già cominciare a pensare al modo per regolamentare questa procedura, prima che un intervento rivoluzionario, progettato per aiutare tanti malati davvero sofferenti, diventi una pratica spregiudicata nelle mani di chirurghi senza scrupoli”, ha spiegato. Lo stesso Canavero era già noto per aver “risvegliato” nel 2008 una ragazza che da un anno viveva in uno stato vegetativo permanente a causa di un incidente automobilistico. L’intervento che venne effettuato, e dopo il quale la ventenne si riprese, consistette in una stimolazione corticale extradurale bifocale. “E’ la prima volta al mondo che, con questa tecnica, si riporta alla coscienza un paziente in stato vegetativo permanente”, dissero i medici.
Leggi l’articolo originale su IlSussidiario.net