Il piccolo morbo ha vinto? il morbillo, definito appunto piccolo morbo perché non pericoloso e violento come le altre infezioni del passato come il vaiolo e la peste, sta tornando infatti a mietere malati in molti paesi dell’Europa occidentale, circa 25mila nella sola Bulgaria. Risulta infatti che solo la metà dei paesi dell’Unione europea lo ha definitivamente debellato. Non è mortale come le altre pestilenze citate prima, ma in alcuni casi lo può essere. Le conseguenze del morbillo possono essere nel 10% dei casi l’otite, nel 5, 7% dei casi la broncopolmonite e polmonite, un caso su mille può portare l’encefalite. Difficile morirne: durante l’epidemia che colpì il nostro paese nel 2002, furono colpiti circa 40mila bambini: si ebbero 600 ricoveri in ospedali, 15 encefaliti e sei decessi. Il problema del morbillo è che ha un altissimo indice di contagiosità, pari al 98%: è praticamente impossibile arrivare all’età adulta senza esserne colpiti. Ecco perché il vaccino ha per lungo tempo difeso in epoca moderna dall’esserne colpiti. Negli ultimi anni però si è assistito a una sorta di indifferenza al vaccino stesso, tanto che non pochi genitori si sono anche dichiarati contrari, anche alla luce di alcuni studiosi come l’inglese Andrew Wakefield che diceva che il vaccino poteva procurare l’autismo. Teorie rivelatesi fasulle, ma che hanno lasciato il segno. In Inghilterra negli ultimi mesi numerosi sono stati i casi di morbillo (circa mille nel solo Galles), proprio di persone cresciute nel periodo storico, la fine degli anni novanta, in cui Wakenfield teneva scuola: dunque non erano state vaccinate. Purtroppo anche in Italia siamo vicini a una situazione del genere: la vaccinazione trivalente (morbillo, pertosse e rosolia) è facoltativa. I pediatri consigliano sempre di farla, ma molti genitori pensano che i vaccini siano inutili o pericolosi. 



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