Malgrado un forte incremento del numero di persone che ricorrono alla procreazione assistita, non sembra che i servizi richiesti riguardo queste tecniche possano essere relazionati alla percentuale delle coppie che hanno problemi di infertilità. A rivelarlo è uno sondaggio effettuato dal governo statunitense che mostra una netta diminuzione dei problemi legati all’infertilità. “La percezione comune riguardo questo fenomeno è in controtendenza con i dati ottenuti dal nostro sondaggio”, dice Anjani Chandra, ricercatrice presso il centro nazionale sanitario. Un altro dato che potrebbe trarre in inganno è l’aumentare dell’età in cui le persone decidono di sposarsi per la prima volta. Nonostante ciò i casi di infertilità, rispetto al 1982, sono diminuiti dall’8 al 6,5% per le donne sposate con età compresa dai 15 ai 44 anni. La percentuale rappresenta quindi una caduta che va dai 2.4 milioni ai 1.5 milioni. Stando alle tecniche utilizzate in questa ricerca, viene definita “infertilità” l’assenza di gravidanza nei 12 mesi che precedono il sondaggio, malgrado si siano verificati rapporti sessuali non protetti, in ognuno di quei mesi, con lo stesso partner o marito. Il documento finale ha preso in considerazione 22,682 interviste faccia a faccia, di cui 12,279 donne e 10,403 uomini.
Il fisico Richard Reindollar trova questi dati molto incoraggianti: “sebbene l’età media per i parti è in continua crescita dal 1995, la percentuale della popolazione che soffre di infertilità al momento è stabile”, ha dichiarato il professore del Dartmouth College di Hannover, New Hamphshire. Inoltre bisogna considerare la barriera del costo per i servizi di procreazione. Questo tipo di tecniche infatti sono abbastanza costose: la cifra si aggira tra i 13.000$ e i 15.000$.



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