Un recente studio canadese, pubblicato sulla rivista “Plos One”, sembra smentire la teoria dell’angiologo dell’università di Ferrara, Paolo Zamboni, secondo cui vi sarebbe un legame tra la sclerosi multipla e l’insufficienza venosa cerebrospinale cronica, vale a dire un ridotto flusso di sangue nelle vene del collo (la cosiddetta Ccsvi). La ricerca, infatti, condotta da un team della McMaster University su cento pazienti con sclerosi multipla confrontati con altri cento individui sani, non ha rilevato particolari anomalie nelle vene giugulare interna, in quelle vertebrali o in quelle cerebrali profonde. Anche “liberando” queste vene, sostengono gli scienziati canadesi, non è dunque possibile contrastare la sclerosi multipla, una malattia gravemente invalidante di cui purtroppo ancora non si conoscono tutte le cause. “Questo è il primo studio canadese a fornire evidenze contrarie al coinvolgimento della Ccsvi nella sclerosi multipla”, ha fatto sapere Ian Rodger, ricercatore principale del lavoro e professore emerito di medicina alla Michael G. DeGroote School of Medicine.



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