L’ultima giornata del Meeting di Rimini 2013 si apre con l’incontro “I risultati di Planck” (clicca qui per la diretta video) a cui parteciperanno Marco Bersanelli, docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano, e Nazzareno Mandolesi, membro del Consiglio Scientifico (Space Science Advisor Committee – SSAC) dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) e Membro del CdA ASI. L’introduzione è invece affidata a Letizia Bardazzi, presidente Associazione Italiana Centri Culturali. Lo stesso Bersanelli ha descritto su queste colonne gli obiettivi della missione Planck, l’osservatorio spaziale dedicato allo studio della radiazione cosmica di fondo: “Gli obiettii sono essenzialmente tre. Primo, sfruttare quel tesoro di informazione che è il fondo cosmico di microonde per misurare con alta precisione i parametri cosmologici fondamentali. Per intenderci, si tratta di misurare una manciata di parametri, soltanto sei valori, che stanno alla base del nostro modello standard della cosmologia e che finora spiegano bene tutte le osservazioni ottenute. Sei numeri dai quali dipendono le grandi linee della storia dell’universo, la sua composizione, la sua geometria. Questo fu l’obiettivo centrale fin dall’inizio, quando oltre 20 anni fa concepimmo la missione Planck, insieme a George Smoot e Reno Mandolesi e altri, all’indomani della scoperta delle anisotropie del fondo cosmico da parte del satellite Cobe”. In secondo luogo, “volevamo verificare l’attendibilità dell’ipotesi dell’inflazione, secondo cui l’universo avrebbe attraversato un’espansione esponenziale nelle primissime frazioni di secondo dopo l’inizio. Le modalità con cui verificare questo obiettivo con le misure di Planck si sono in parte chiarite a progetto in corso, via via che la teoria progrediva e noi stessi ci siamo resi conto delle potenzialità dei nostri strumenti (abbiamo anche apportato alcune modifiche in corso d’opera, come il potenziamento della polarizzazione, per ottimizzare lo strumento in questo senso)”. Infine “bisogna ricordare che Planck, grazie alla sua sensibilità senza precedenti, va a sondare aspetti inesplorati del cosmo, una ‘terra incognita’: è quindi possibile trovare qualcosa che non ti aspetti. Insomma il terzo tipo di obiettivo è semplicemente l’imprevisto, scoprire qualcosa che nessuno immaginava”. (clicca sul pulsante > qui sotto per accedere al video nella pagina seguente).



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