I film di fantascienza ci hanno abituato ai risvegli di astronauti ibernati ma questa volta il risveglio riguarderà un’intera sonda spaziale; senza equipaggio umano, perché non si tratta di fantascienza ma di un ben preciso programma dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in azione da un decennio: è la sonda Rosetta che, nella tarda mattinata (italiana) di lunedì 20 gennaio si ridesterà da un lungo sonno tecnologico durato 31 mesi. E dovrà svegliarsi bene perché la attende un anno piuttosto impegnativo e carico delle aspettative di tutta la comunità scientifica che si attende molto dalle speciali esplorazioni per le quali la sonda è stata programmata.



Rosetta è soprannominata “la cacciatrice di comete”, perché è soprattutto a queste a agli altri componenti “secondari” (si fa per dire) del Sistema Solare” che è dedicata; ma non saranno certo di secondo piano i risultati che potrà conseguire, perché esplorare le comete vuol dire risalire ai momenti iniziali del Sistema Solare e aumentare enormemente gli indizi che ci permettono di far luce sulla natura originaria del nostro stesso Pianeta e, forse, sulla presenza in esso della vita. La sonda è stata lanciata il 2 marzo 2004 dalla base di Kourou e in questi anni ha già esplorato un bel po’ di spazio facendo uno slalom tra pianeti e asteroidi. Ha orbitato intorno al Sole cinque volte e nell’arco di sette anni, ha sorvolato due volte la Terra, a marzo 2005 e a novembre 2007, e una volta Marte, nel febbraio 2007. Ma le sua performance più eclatanti finora sono state gli incontri ravvicinati (fly-by) di due asteroidi: quello denominato 2867 Šteins, il 5 settembre 2008 e il 21 Lutetia, nel luglio 2010, che Rosetta ha “sfiorato” a 3126 km di distanza alla velocità media di 15 km al secondo. Ma il suo obiettivo principale è quello di effettuare una serie di indagini dettagliate sulle caratteristiche della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko con la quale inizierà un rendez-vous il prossimo agosto, culminante con il lancio del lander Philae sulla superficie della cometa per effettuare una serie di misure delle caratteristiche fisiche della superficie e per studiare la struttura interna del nucleo.



Per prepararsi adeguatamente a questo traguardo, nel luglio 2011 ha completato l’allineamento con la cometa mentre si muoveva verso l’orbita di Giove è poi stata messa a riposo. Vediamo più da vicino come è fatta questa sonda. Rosetta è composta da un orbiter, dove sono situati i sensori per gli esperimenti di remote sensing e dal lander, chiamato così in mancanza di un termine più adatto a una terra (land) non “terrestre”. Il contributo dell’Italia all’avventura di Rosetta è notevole. Sono italiani tre strumenti scientifici dell’orbiter: VIRTIS (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer) il cui Principal Investigator (PI) è Fabrizio Capaccioni dell’IAPS (INAF Roma); GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) il cui PI è Luigi Colangeli dell’INAF-OAC (Napoli); e la WAC (Wide Angle Camera) di OSIRIS del professor Cesare Barbieri dell’Università di Padova.



A bordo del lander, è italiano il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni (SD2), il cui PI è la professoressa Amalia Ercoli Finzi del Politecnico di Milano; come pure è italiano il sottosistema dei pannelli solari. Cosa succederà dunque il 20 gennaio e nei mesi successivi? Il risveglio inizierà col riscaldamento e col riavvio di tutti gli strumenti – 11 a bordo e 10 sul lander – mentre la sonda effettuerà una rotazione per poter dirigere la sua antenna verso la Terra in modo da comunicare con il centro di controllo ESOC dell’ESA, a Darmstadt. Se tutto andrà come previsto, i primi segnali dovrebbero arrivare nel tardo pomeriggio dello stesso giorno.

 

Rosetta però ha ancora da percorrere nove milioni di chilometri per raggiungere il suo obbiettivo finale e solo ai primi di maggio si troverà a circa due milioni di chilometri di distanza dalla 67P/Churyumov-Gerasimenko. Poi inizieranno le manovre per l’allineamento all’orbita della cometa e si prepareranno gli strumenti adatti per la sua mappatura (l’esatta forma della cometa è tuttora sconosciuta). Come detto, il rendez-vous avverrà ad agosto. Una volta incontrata la cometa, i ricercatori all’ESOC riceveranno migliaia di immagini, che permetteranno di aggiustare la traiettoria per il lancio del lander. L’atterraggio di questo, previsto per novembre, rappresenta un evento di portata epocale: per la prima volta alcuni strumenti costruiti dall’uomo si poseranno su una cometa. Philae si ancorerà alla superficie grazie a due arpioni che ne impediranno il rimbalzo in orbita.

 

Da quel momento in poi cominceranno i veri e propri esperimenti: una trivella scaverà fino a 20-30 centimetri dalla superficie per raccogliere una serie di campioni che verranno poi analizzati a bordo. Nel 2015, completate le indagini sulle caratteristiche della cometa, Rosetta accompagnerà la 67P/Churyumov-Gerasimenko nel suo avvicinamento al Sole. Nel frattempo, per il risveglio di Rosetta si stanno mobilitando anche i social network: al grido di “Wake up, Rosetta!”, da Twitter a Facebook un rimbalzo di messaggi segue a distanza le operazioni. Lo stesso slogan sarà amplificato attraverso il contest internazionale che l’ESA ha organizzato invitando a girare un breve video o un flash mob: tra i video postati su Facebook verrà stilata una classifica e gli autori dei primi due classificati saranno invitati al centro di controllo di Darmstadt per seguire in diretta la discesa di Philae sulla cometa.