C’è chi, ai tempi della sua comparsa, parlò addirittura di virus creato in laboratorio da cattivi scienziati americani per chissà quali scopi. Certo è che l’improvvisa comparsa del virus dell’Aids, o dell’Hiv, nel 1983 fu un vero shock e per tanti versi un mistero. Una malattia mortale nata nel mondo omosessuale, si disse; colpa di una scimmia africana, si disse ancora. Adesso un gruppo di studiosi dell’università di Oxford in Inghilterra e del Belgio hanno ricostruito la mappatura storica del virus, arrivando a scoprire dove e come nacque. Grazie al campione di sangue di 800 persone si è dapprima risaliti al 1959 localizzando il virus nell’attuale Repubblica democratica del Congo. Ma poi, isolando un campione in particolare, si è risaliti alla fine dell’ottocento e al Camerun. Tutto cominciò quando un cacciatore venne contagiato attraverso una ferita aperta dal Siv, l’equivalente dell’Hiv, malattia che colpiva solo le scimmie. Dunque fu colpa di una scimmia davvero. Tramite quella persona contagiata se ne colpirono altre nella zona della città di Kinshasa. E qui spunta la ferrovia: i coloni belgi costruirono infatti un collegamento ferroviario tra le miniere del Katanga e il Congo. Migliaia di persone vi si recarono a lavorare e negli anni venti, quando centinaia di migliaia di persone usavano il treno, il virus si sparse per tutto il paese. Il virus rimase però in quella regione africana fino agli anni sessanta quando i rapporti sessuali non protetti ed extra matrimoniali divennero molto diffusi e anche grazie all’arrivo di turisti e viaggiatori europei e nord americani. Si pensa però che a portarlo fuori dell’Africa furono alcuni volontari di Haiti che si erano recati nel Congo per progetti umanitari. E nel 1981 i primi casi nel mondo occidentale. Nel 1983 il virus dell’Hiv venne isolato per la prima volta.