Si aggiungerà ai 200 abitanti del Pianeta che hanno soggiornato sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS); è una delle oltre 530 persone (58 donne) ad andare nello Spazio ed è la prima donna astronauta italiana. Samantha Cristoforetti, classe 1977, capitano dell’aeronautica militare italiana con alle spalle oltre 500 ore di volo su sei tipi di velivoli, domenica sera alle 22:01 (ora italiana) partirà dalla base spaziale russa di Baikonur (Kazakhstan) a bordo della Soyuz TMA-15M (Titan) in direzione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dove arriverà verso le 4 del mattino del giorno dopo. Più volte ha dichiarato di essere piena di gratitudine per poter fare “il più bel lavoro del mondo”.
Di questa sua avventura ilsussidiario.net ha parlato con Delfina Bertolotto, che la conosce bene e ha seguito da vicino la sua preparazione in qualità di Responsabile Unità Volo Umano dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana): la Bertolotto ha coordinato la realizzazione della Missione FUTURA (questo il nome scelto in base al concorso bandito dall’ASI) fin dal suo inizio, nel 2012, quando l’ASI e la NASA hanno concordato di proporre l’assegnazione di Samantha all’equipaggio della Spedizione ISS 42/43.
Che tipo di missione sarà quella di Samantha Cristoforetti?
È una missione di lunga durata, nella quale Samantha sarà membro effettivo dell’equipaggio permanente della ISS per circa sei mesi, in qualità di flight engineer. La spedizione è classificata come ISS 42/43 e, come nelle precedenti, gli astronauti si alterneranno di tre in tre.
Come si è preparata Samantha?
Samantha è al suo primo volo e fa parte dell’ultima classe di astronauti europei, la classe 2009, insieme a Luca Parmitano e altri quattro selezionati dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) tra migliaia di domande e di candidature. Quindi lei, come gli altri cinque, rappresenta il meglio che si è potuto trovare in Europa.
Il percorso per diventare membro di un equipaggio della Stazione Spaziale, e in particolare per queste missioni di lunga durata, è molto lungo e segue delle rigide regole stabilite dai programmi della ISS. Si inizia con un corso di base di un paio d’anni, seguito da un periodo equivalente dedicato a una serie di studi avanzati in preparazione al volo. Poi, quando c’è l’assegnazione vera e propria, inizia un percorso di addestramento specifico finalizzato alla spedizione per un periodo che va dai due ai tre anni.
Dove si è svolta questa preparazione?
Si è svolta in giro per il mondo; Samantha ha passato tre anni, come dice lei, con la valigia in mano. Come è noto, la ISS è un’impresa globale realizzata con la partecipazione di cinque grandi partner internazionali, tra cui l’Europa, e ognuno ha dato il proprio contributo nella realizzazione della Stazione. Ognuno di questi partner quindi può fornire le conoscenze necessarie per poter operare nella propria parte della ISS. La Cristoforetti perciò ha alternato il suo addestramento tra Houston, Star City (Russia), Tsukuba (Giappone) e il Centro Astronautico Europeo (EAC) di Colonia.
L’ultimo periodo, immediatamente prima del lancio, l’ha trascorso a Baikonur insieme agli altri due compagni di volo, l’americano Terry Virts e il russo Anton Shkaplerov, per una fase detta di quarantena, in condizioni di particolare protezione anche sanitaria per evitare che un piccolo disturbo possa compromettere la missione.
Quali sono le principali attività che la nostra astronauta svolgerà nei sei mesi a bordo della ISS?
La ISS è un grande laboratorio scientifico-tecnologico orbitante e gli equipaggi sono dedicati alle attività di ricerca delle quali si occupano quotidianamente. L’insieme degli esperimenti ospitati per conto di tutti i partner della ISS ammonta a circa 200 e Samantha parteciperà a esperimenti non solo europei. In particolare, mi preme segnalare uno speciale programma tutto italiano che abbiamo predisposto proprio per lei: sono nove sperimentazioni che abbiamo associato a questa missione utilizzando i diritti nazionali che l’Italia ha (unico Paese europeo) grazie a un accordo bilaterale stipulato con la NASA: in base ad esso l’ASI ha fornito tre moduli della Stazione e in cambio abbiamo un certo numero di esperimenti assegnabili ai nostri ricercatori.
Di che esperimenti si tratta?
I novi esperimenti, tutti italiani, sono: cinque esperimenti di fisiologia umana, uno tecnologico dimostrativo di una stampante 3D, due di biologia cellulare e un esperimento che potremmo attribuire all’ambito alimentare; si tratta, in quest’ultimo caso, di un sofisticato sistema di gestione dei fluidi che servirà per la produzione del caffè.
Naturalmente però Samantha non parteciperà solo a questi e contribuirà a un gran numero di altre sperimentazioni e test.
C’è una sottolineatura particolare sui temi dell’alimentazione e nutrizione?
Sì, quello nutrizionale è il tema che Samantha ha scelto come tema comunicativo, considerando anche che questi sono i mesi di preparazione di Expo 2015. Oltre agli esperimenti sul caffè, Samantha si è fatta preparare, dall’azienda che fornisce i cibi per gli astronauti dell’ESA, i cosiddetti bonus food, cioè i pasti che gli astronauti possono portarsi per i week end e per le giornate speciali (ricordo che Parmitano aveva portato le lasagne e il tiramisù, che poi ha inesorabilmente condiviso con i colleghi). Lei ha voluto studiare un suo menù particolare, con il supporto di vari nutrizionisti, per poter diffondere, da quella posizione privilegiata, un messaggio di promozione della buona e sana alimentazione. Che tra l’altro, acquista un valore speciale per un’astronauta, se si pensa che deve vivere per sei mesi confinata in spazi ridotti e in assenza di peso; con tutte le conseguenze che ciò determina sulla fisiologia umana.
Ci saranno anche delle attività legate ai veicoli che arrivano e partono dalla ISS?
Certo. L’equipaggio a bordo della ISS gestisce tutto il traffico veicolare della Stazione, legato alle operazioni di mantenimento in orbita di un sistema del genere con tutte le sue attività. Quindi va gestita l’attività dei veicoli cargo commerciali Dragon e Cygnus e quella del modulo europeo ATV (Automated Transfer Vehicle), intitolato al sacerdote astrofisico Georges Lemaître padre del Big Bang; questo è il quinto e ultimo veicolo di questo tipo, attualmente agganciato alla ISS e Samantha dovrà monitorare nel prossimo febbraio le operazioni di sganciamento e di rinvio in atmosfera per la distruzione.
Una domanda inevitabile: il fatto di essere una donna ha posto o porrà qualche problema particolare?
Devo dire la verità: non si rilevano particolari problematiche dovute alle diverse fisiologie. Anche studi recenti hanno mostrato come sostanzialmente non emergano significative differenze che possano causare problemi; lo stesso discorso dell’osteoporosi, uno degli effetti più temuti dopo il ritorno a Terra, non ha evidenziato differenze rilevanti dovute alla diversità di sesso. Certo, le indagini sulle donne sono state condotte su un campione più limitato perché c’è una notevole sproporzione tra il numero degli astronauti maschi e femmine. Comunque finora non si sono notate differenze degne di nota. Le diverse reazioni alla vita in assenza di gravità semmai variano da individuo a individuo, a prescindere dal genere.
Come sarà seguita la missione da Terra?
Gli astronauti sono continuamente seguiti e monitorati dai centri di controllo sparsi nei vari Paesi partner della Stazione Spaziale; e Samantha avrà tutta l’assistenza e il controllo sia dal centro ESA di Colonia che dal centro NASA di Houston.
Oltre ai social network e alle informazioni ufficiali, c’è un sito che abbiamo voluto creare appositamente per seguire la missione e per veicolare tutti i messaggi e le comunicazioni: si chiama “avamposto 42”, sottotitolo: “Guida galattica per terrestri in missione”. È già attivo dal luglio 2013, quando Samantha Cristoforetti ha iniziato a scrivere il suo Diario di Bordo, e da lì continuerà il dialogo con tutti quelli che la vorranno seguire da Terra
(Mario Gargantini)