Considerati vampiri, venivano sepolti con pietre o con falci e lame conficcate nel corpo per evitare che potessero ritornare in vita. Riti funerari molto diffusi nella Polonia nord-occidentale tra il XVII e il XVIII secolo. Riti che sono stati esplorati da Lesley Gregoricka e dai suoi colleghi della University of South Alabama. Ne parla “Oggiscienza”. Uno studio effettuato per comprendere meglio la cultura della Polonia di quel periodo e per fare un identikit sociale delle persone che abitavano questi posti. Così hanno scavato in un cimitero e gli scienziati hanno trovato sei tombe con corpi sepolti con grandi massi posizionati sotto il mento oppure con falci che trapassavano il corpo. Dall’analisi dei molari di sessanta individui, il team è arrivato alla conclusione che si trattasse di persone del luogo che, con ogni probabilità, si erano comportate in maniera sospetta in vita o morte in modo strano. In quel periodo era molto diffuso il colera ed era nota la credenza che si potesse trattare di un vampiro. “Post-Medioevo le persone ancora non comprendevano come si trasmettessero le malattie e -invece di farlo con una spiegazione scientifica- le epidemie come quelle di colera e le morti che causavano venivano giustificate con mezzi sovrannaturali. In questo caso i vampiri”, racconta Gregoricka. (Serena Marotta)