Questa notte, quando saranno terminati i botti e i fuochi d’artificio, lo spettacolo del cielo non sarà terminato. Per chi vorrà fermarsi un po’ a guardare verso l’altoPer chi vorrà fermarsi un po’ a guardare verso l’alto, meglio se in silenzio e da una zona poco illuminata, ci sarà molto da ammirare: ci pensano stelle, pianeti e altri corpi celesti ad offrire immagini sorprendenti e dense di richiami scientifici e simbolici.



A cominciare dalle stelle cadenti. Sì perché il fenomeno degli sciami meteorici (come è noto non si tratta di “stelle”) non si verifica solo nella notte di San Lorenzo ma ci propone diversi altri appuntamenti, più o meno vistosi ed emozionanti, lungo l’anno. Nelle prime notti di gennaio è attivo uno dei maggiori sciami, quello detto delle Quadrantidi, chiamate a volte anche Bootidi perché sembrano irradiarsi da una zona posta a nord della costellazione di Boote. In Italia il radiante interessato è molto in basso sull’orizzonte e solo nel pieno della notte diventa meglio osservabile: il culmine della pioggia di meteore sarà nelle notti del 3 e 4 gennaio; ma con un po’ di fortuna e grazie alla Luna che non è ancora piena, qualcuno potrà avvistarne anche dopo il brindisi di S. Silvestro.



Altro spettacolo da non perdere sono le comete. C’è la Lovejoy (dal nome dell’astronomo australiano che l’ha scoperta nel 2013, ma per gli appassionati è la C/2014 Q2), che abbiamo già osservato tutto dicembre e si è dimostrata più luminosa del previsto, con una grande chioma: nei giorni scorsi è passata attraverso la costellazione della Lepre e ora si dirige verso Andromeda per raggiungere la massima luminosità (circa la quarta magnitudine) fra sette giorni, quando passerà alla minima distanza dalla Terra (0,47 UA, quasi la metà della distanza Terra-Sole). Gli astronomi raccomandano di non perdere questo passaggio ravvicinato della Lovejoy, perché il prossimo sarà tra 8.000 anni.



C’è un’altra cometa, meno famosa ma con una discreta visibilità; anche se per osservarla dovremo interrompere il cenone essendo visibile in prima serata. È la 15/P Finlay, scoperta nel 1886 da William H. Finlay, e che ha un periodo molto più breve: poco meno di sette anni. È appena passata al perielio e dovrebbe mantenere la nona magnitudine per tutto il mese, attraversando il Capricorno, poi l’Aquario e concludendo la sfilata nei Pesci.

Se avremo avvistato la Lovejoy probabilmente stavamo guardando, poco sopra, la costellazione che domina il cielo invernale ed è da tutti facilmente riconoscibile: è Orione, del quale avremo individuato le quattro stelle ai vertici del quadrilatero (che delineano le spalle e le ginocchia del mitologico gigante cacciatore): Betelgeuse, Bellatrix, Rigel e Saiph; e le tre stelle allineate (che ne indicano la cintura): Alnitak, Alnilam e Mintaka. Potremo anche addentrarci in una discussione storico-astronomica su come mai alla costellazione più imponente gli antichi greci non abbiano dato il nome di Ercole e gli abbiano preferito il meno eroico Orione; a differenza dei sumeri che vi avevano identificato il loro eroe leggendario Gilgamesh.

L’altro dominatore del cielo notturno di gennaio è un pianeta, il più grande, Giove: visibile per quasi tutta la notte, mentre si muove tra il Leone e il Cancro. Vale la pena notare che in questo periodo Giove compie il cosiddetto moto retrogrado, cioè si muove in verso opposto a quello solito e la sua orbita disegna una specie di anello. È un fenomeno che sconvolgeva gli antichi, convinti della forma perfettamente circolare delle orbite; ma è facilmente spiegabile nella nostra visione copernicana del Sistema Solare: è dovuto alla diversa velocità di rotazione dei pianeti che in alcuni casi sembrano andare indietro; un effetto simile a quando sorpassiamo un’altra macchina in autostrada.

E che dire della Luna? Per questa notte niente di particolare; ma si sta preparando all’appuntamento del giorno dopo quando, proprio la sera di Capodanno, andrà in congiunzione con il gruppo più fotogenico di stelle: l’ammasso delle Pleiadi, che la Luna incrocerà dopo aver lasciato la luminosa stella Aldebaran. Non sarà però l’unica congiunzione lunare del mese: con le stesse Pleiadi si imbatterà dopo quattro settimane; e nel frattempo avrà incontrato Giove (8 gennaio) e Saturno (16 gennaio) per poi dar vita, a uno spettacolare rendez-vous astrale la sera del 23 gennaio quando, tra il Capricorno e l’Acquario, si vedranno allineati Mercurio, Venere, Marte e la falce di Luna crescente.  

Intanto, mentre noi guardiamo verso il cielo, c’è chi dal cielo guarda la Terra: sono Samantha Cristoforetti e i suoi colleghi della Stazione Spaziale Internazionale che brinderanno al nuovo anno mentre sorvoleranno l’Oceano Indiano.