In questa nostra società dell’informazione, i dati sono indubbiamente una risorsa fondamentale. Spesso descrivere un contesto, sia esso produttivo, sociale, culturale, vuol dire spiegare come avviene il flusso dei dati, da chi li produce, passando attraverso chi li elabora per arrivare a chi li utilizza e poi li rimette in ciclo. Molti sono i dati che circolano sulle varie reti ma molti sono anche i dati che restano confinati entro circuiti chiusi o ad apertura limitata.



Ecco allora l’esigenza di aprire le reti e di rendere più disponibile questa preziosa risorsa a pubblici sempre più ampi. È il tema degli Open Data ed è l’obiettivo delle iniziative previste per il prossimo sabato 22 febbraio, in quella che è stata scelta come la giornata mondiale per divulgare e promuovere la liberazione dei dati da parte soprattutto delle pubbliche amministrazioni. In molte città saranno organizzati eventi sia per presentare i progetti di Open Data già attivi sia per usare tali dati grazie alle hackathon, vere e proprie maratone di programmazione.



A Milano se ne discuterà nella mattinata all’Università di Milano-Bicocca, che svolge da tempo attività di ricerca su questi temi, in un convegno che vedrà alternarsi interventi di pubblici amministratori, giornalisti, aziende e civil hacker. Il dibattito prenderà in esame le modalità e il livello di diffusione di diverse tipologie di dati: dai dati ambientali sullo stato dell’aria in Lombardia, alle idee per renderli scaricabili e fruibili in modo semplice attraverso lo “scraping” (un estrattore di dati), all’utilizzo dei dati per fare business, fino alle esperienze di data journalism, come quella che racconterà Denis Rizzoli di Wired, tra gli autori dell’inchiesta #scuolesicure sul rischio sismico degli edifici scolastici italiani. Ma si parlerà anche delle licenze che regolano l’utilizzo e la pubblicazione dei dati.



Ce ne ha parlato Andrea Maurino, ricercatore di informatica nel dipartimento di Informatica, Sistemistica e Comunicazione dell’Ateneo milanese: “Durante la giornata di sabato si alterneranno presentazioni delle iniziative di open data in Lombardia come, per esempio, i portali dei dati della Regione Lombardia e della Provincia di Milano, l’utilizzo dei open data in ambito ambientale, l’utilizzo degli open data per il data journalism oltre alla visualizzazione di queste grandi quantità di dati liberamente accessibili”.

Maurino è anche coordinatore del progetto europeo COMSODE. Si tratta di un progetto di Ricerca e Sviluppo orientato alle PMI e volto a far progredire le capacità in materia di riutilizzo degli Open Data. “Il nostro concetto è una risposta alle barriere ancora presenti in questo giovane settore: i dati pubblicati da vari cataloghi di Open Data sono scarsamente integrati; la valutazione della qualità e la correttezza sono raramente affrontate. I costi di fruizione degli Open Data sono alti e il loro utilizzo è ancora limitato. COMSODE tenta di cambiare la situazione”.

COMSODE è un progetto inserito nel VII Programma Quadro europeo, iniziato nell’ottobre 2013 e della durata prevista di due anni con i seguenti obiettivi principali. Anzitutto la creazione di una piattaforma denominata Open Data Node, basata sui risultati di precedenti ricerche nel campo del collegamento dei dati. La sua missione è di portare i risultati dall’ambiente della ricerca nel mondo reale per consentire uso e riuso alle singole persone, alle PMI e alle altre varie organizzazioni.

Il secondo obiettivo è la creazione di un quadro metodologico per un facile utilizzo della tecnologia nelle tipiche condizioni di funzionamento degli enti pubblici e con dati rigorosamente testati per la tracciabilità, l’usabilità e la sostenibilità. Questo sta per essere verificato in tre implementazioni pilota. Le risposte saranno elaborate e contribuiranno a comporre una metodologia finale e un set di raccomandazioni per le applicazioni di riutilizzo.

“Si tratta di un progetto ambizioso – dicono i responsabili di COMSODE – che pone le basi per una piattaforma di integrazione dati basata su Open Data, che permetterà il riutilizzo di dati non solo tra enti pubblici e utenti finali, ma anche tra gli enti pubblici stessi: il fatto di poter scambiare informazioni tramite la stessa infrastruttura e gli strumenti diminuirà i costi e in molti casi potrà migliorare la qualità e la velocità dello scambio”.

“Per tutti coloro che sono interessati agli Open Data e hanno voglia di misurarsi con le applicazioni dei dati – conclude Maurino – abbiamo organizzato una hackathon, ovvero una sessione pratica dove i partecipanti saranno guidati dai giornalisti di wired.it nella costruzione, per esempio, di una mappa del rischio sismico delle scuole lombarde. Per chi è solo curioso o interessato a capire di più circa le opportunità di business legate agli Open Data, nella giornata di sabato ci sarà anche un intervento sul tema offerto dalla Confederazione Nazionale Artigianato”.

L’appuntamento di sabato è uno dei tanti programmati per i prossimi mesi sul tema dei dati e della loro fruibilità e sarà seguito da eventi di grande rilievo come: la EDBT/ICDT 2014 Joint Conference (Extending Database Technology e International Conference on Database Theory) a fine marzo ad Atene; la IEEE Big Data 2014 a fine giugno a Anchorage (Usa); e la DATA 2014, International Conference on Data Management Technologies and Applications, a fine agosto a Vienna