Tutto inizia nel 1980 quando Etienne-Emile Baulieu impiegato presso i laboratori Roussel Uclaf mentre era impegnato in ricerche sui derivati del progesterone, individuò un forte antiprogestinico, che venne da subito chiamato Ru38486. Erano le iniziali del laboratorio con un numero di serie. In Francia fu messo sul mercato nel 1988 da assumersi con la prostaglandine. La cosiddetta pillola per abortire è a base di mifepristone, un farmaco in grado di interrompere una gravidanza già cominciata. E’ il primo tipo di farmaco per l’aborto farmacologico. Ecco come funziona. Il mifepristone ferma l’azione progestinica sui recettori, in questo modo bloccando lo sviluppo dell’embrione e causandone il distacco q quindi l’eliminazione della mucosa uterina. Perché abbia effetto bisogna che la gravidanza sia all’interno dell’utero e inferiore a 49 giorni, sette settimane cioè di gestazione. Vengono somministrate perché abbia efficacia da una a tre pillole. Se dopo due giorni non si è verificata l’espulsione della mucosa e dell’embrione, viene data alla paziente una prostaglandinda, quasi sempre il misprostol che provoca l’espulsione tramite contrazioni uterine nel giro di poche ore. La pillola Ru486 presa da sola è efficace in circa l’80% dei casi, con la doppia somministrazione ha una efficacia tra il 92 e il 99% dei casi. Si parla spesso di morti a causa della pillola: quello di Torino dovrebbe essere il primo caso in Italia mentre all’estero se ne sono già verificati. Secondo la ditta produttrice i morti da quando la pillola è stata messa in commercio sono stati 29. Nel 2005 in America è stato comunicato che nei precedenti cinque anni di trattamento erano morte cinque donne, mentre nel 2006 è stata denunciata la morte di due persone. Motivo di queste morti, uguale per tutte le donne, è stata una sepsi con sintomatologia atipica, la cui causa per quattro donne è stata una infezione batterica da costridium sordellii, cioè un batterio che di solito non è pericoloso ed è presente nella flora batterica intestinale. Altri effetti collaterali sono emorragie, anche abbondanti per circa quindici gironi, nausea, vomito e febbre. La Ru486 in Italia è in commercio dal dicembre 2009.