Non siamo i soli a dire “ops” quando facciamo un errore. A dirlo è anche il cervello. Infatti, quando sbagliamo, il cerebro umano se ne accorge e per rimediare produce un segnale sotto forma di un fascio di onde gamma che sfreccia, a velocità altissima, sui neuroni dell’ippocampo e della corteccia entorinale (i cosiddetti centri della memoria) il cui effetto svanisce nel medesimo momento in cui ci rendiamo conto della pecca commessa e ci mettiamo in moto per correggerci. Il merito della scoperta della “firma neurale”, così è stata ribattezzata va a Jun Yamamoto dell’istituto Riken in Giappone e a Susumu Tonegawa, premo Nobel per la Medicina presso il Massachusetts Institute of Technology di Boston. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Cell e mostrano appunto come sulla base di informazioni presenti nella memoria il cervello mette in atto un rapidissimo meccanismo di correzione. Gli esperti hanno rilevato il fenomeno analizzando il cervello di topi addestrati erano stati addestrati a muoversi in un labirinto a forma di T. I roditori avevano imparato a scegliere il braccio della T in cui dirigersi per ottenere una ricompensa, ovvero del cibo. A volte però i topolini sbagliavano infilandosi nel braccio sbagliato del labirinto-lettera. I ricercatori hanno registrato che, in corrispondenza di questi errori, nei centri neurali della memoria, ippocampo e corteccia entorinale, si rendevano teatro di un’esplosione di onde gamma che scompaiono, poi, quando si riconquistava la strada maestra. Questo cortocircuito è in realtà solo apparente, visto che si tratta di un fenomeno indispensabile affinché il topo si renda conto dell’errore. Sbagliando s’impara.



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