La figura di Gerberto d’Aurillac, diventato Papa col nome di Silvestro II è passata alla storia come quella del “Papa scienziato dell’anno mille” è una delle più significative del suo tempo e ci offre una visione potente dell’uomo medievale. Figura versatile, Gerberto fu astronomo, musico, logico, oltre che Pontefice; e seppe vivere una sintesi tra scienza e fede che presenta molti caratteri di attualità.



La sua figura poliedrica ne fece il più grande docente del X secolo, ed il suo impulso sulla cultura europea spazia dalla musica (teoria delle canne d’organo) all’aritmetica (introduzione in Europa dei numeri indo arabici) alla geometria (un trattato), all’astronomia (introduzione dell’astrolabio) alla logica (un trattato De Rationali et Ratione Uti) e molto altro. Da Papa aprì la Chiesa a Polonia ed Ungheria ed estese da Cluny a tutta la Chiesa la Commemorazione dei defunti il 2 novembre. Il binomio Gerberto – didattica fu un binomio di successo nel X secolo: l’eredità dello scolastico di Reims, che formò anche Ottone III, influì sulla stessa idea di Europa.



Le tradizioni scientifiche iniziate da Gerberto nel calcolo, nella geometria, nella musica e nell’astronomia attraversarono tutto il medioevo, ma soltanto oggi se ne riscopre a pieno l’originalità. L’unificazione del sapere in Gerberto è preludio della Reductio Omnium Scientiarum ad Theologiam della Scolastica. L’educazione di massa oggi affronta uno scibile decisamente più vasto e articolato di mille anni fa: le sfide per la didattica delle scienze esatte sono quelle di fare presa sugli studenti senza perdere di vista la precisione ed il senso generale delle varie scienze. Ecco allora i molti fattori di interesse di un convegno che si svolgerà lunedì 12 maggio prossimo all’Università di Roma La Sapienza (Aula Odeion, Lettere, h. 10­18), col patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, della Diocesi di Roma e dell’Istituto Scienza e Fede.



Il titolo è “Gerbertus doctor scientiarum” e presenterà i vari aspetti di un’esperienza singolare dove elementi storici e didattici si complementano. 

Il programma prevede al mattino le relazioni di Laura C. Paladino (UER), “da Costantino a Gerberto”; di Alessandro Scimia e Irene Sigismondi (La Sapienza), “Gerberto e le fonti del diritto”; di Flavio G. Nuvolone (Friburgo), “Gerberto, l’elogio di Boezio ed i divisori dei numeri”; di Marek Otisk (Ostrava), “Why many commentaries on Boethius’s Introduction to Arithmetic II, 1 appeared at the end of the 10th century?”; dell’accademico dei Lincei Francesco Bertola, “Tubi astronomici nelle miniature Italiane e l’eredita’ di Gerberto”; di Wojtek Janusiewicz (Vicariato di Roma), “Gerberto e la Polonia”: Nel pomeriggio seguiranno gli interventi di Costantino Sigismondi (ICRANet/UFRJ), “Le Stelle di Gerberto”; di Rodolfo Calanca “, EAN, “Un asteroide per Gerberto nel 1400° di Bobbio”; di Giovanni Bernardini e Ciro Serpico (MIUR), “Precisione e scuola secondaria” e “Matematica, Cenerentola OCSE”; di Paolo Rossi (Pisa), “Gerberto e Pitagora”; di Jorge Nuno Silva (Lisbona), “Museo di giochi matematici”; di Lukasz Wieteska e Tomasz Banys (Lodz), “L’osservatorio dedicato a Gerberto a Bukowiec”; di Paolo Colona, “Petrarca e l’Astronomia” e di Paolo Centofanti (SRM), “Comunicare Gerberto”.