Quando si parla di biodiversità, la mente corre subito ai grandi mammiferi protagonisti dei documentari e delle pagine dei giornali. Tuttavia, la maggiore ricchezza di viventi si trova in un altro gruppo animale, quello degli insetti che conta oltre un milione di specie descritte. Sebbene meno famosi dei cugini impellicciati, gli insetti giocano un ruolo chiave nel garantire l’equilibrio degli ecosistemi e qualsiasi minaccia alla loro sopravvivenza, in primo luogo la distruzione e la frammentazione degli habitat, è una minaccia al benessere dell’intera comunità vegetale e animale con cui condividono spazi e risorse. 



Considerata la loro importanza ecologica, non stupisce che gli insetti siano i protagonisti di un progetto europeo il cui obiettivo è sviluppare e testare metodi di monitoraggio innovativi per censire le popolazioni di cinque specie di coleotteri (Osmoderma eremita, Lucanus cervus, Cerambyx cerdo, Rosalia alpina e Morimus asper/funereus) che rischiano di scomparire dal nostro Paese a causa della cattiva gestione dei boschi in cui vivono. Stiamo parlando del Life 11 NAT/IT/000252 “MIPP” (Monitoring of insects with public participation), un progetto ideato dal Corpo Forestale dello Stato che coinvolge numerosi partner: il Centro Nazionale Biodiversità Forestale di Bosco Fontana, l’Università di Roma La Sapienza, l’Università degli Studi Roma Tre, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la Regione Lombardia e il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA-ABP) di Firenze. 



Le larve dei coleotteri studiati dai ricercatori del MIPP vivono nei boschi nutrendosi del legno marcescente e giocano un ruolo fondamentale nel garantire la buona salute di tutto l’ecosistema forestale. Purtroppo, soprattutto nelle aree sfruttate per la produzione di legname, la loro esistenza è minacciata proprio dalla sottrazione del legno morto che, a dispetto di quanto si possa pensare, è più vivo che mai perché offre “vitto e alloggio” a circa il 30% delle specie di un bosco. Da qui la necessità di censire le popolazioni di questi coleotteri per meglio capire se e come intervenire per scongiurarne la scomparsa. 



È una sfida italiana che interessa anche l’Europa. L’importanza ecologica di questi insetti, infatti, è tale da esser stati inseriti nella lista degli animali da proteggere dalla cosiddetta “Direttiva Habitat”, una disposizione della Comunità Europea il cui scopo è salvaguardare la biodiversità degli stati membri attraverso la conservazione degli habitat naturali. Nel corso dei cinque anni del progetto, i ricercatori setacceranno alcune foreste italiane alla ricerca dei coleotteri utilizzando tecniche di monitoraggio che, una volta testate, faranno scuola in Europa diventando protocolli standard per i gestori dei siti di “Rete Natura 2000”. 

Parliamo di trappole “odorose” capaci di attirare gli esemplari adulti degli insetti, cataste di legno appositamente sistemate per creare microhabitat idonei alle larve, analisi genetiche e persino un Golden Retriever addestrato per riconoscere il particolare odore di uno dei coleotteri, primo esempio in Europa di un cane utilizzato per la ricerca di una specie animale da proteggere. 

Ma il MIPP è un progetto ambizioso anche perché si tratta di uno dei primi esperimenti italiani di citizen science. Tutti i cittadini, infatti, possono dare una mano ai ricercatori segnalando ogni avvistamento delle specie tramite un’applicazione per smartphone e tablet scaricabile gratuitamente dal sito del progetto o direttamente sulla pagina web del Life MIPP. Ogni segnalazione che arriverà sarà validata, resa immediatamente visibile sul sito e inserita nel database del Network Nazionale per la Biodiversità del Ministero dell’Ambiente, per poi confluire nei rapporti europei. In questo modo, ciascun cittadino, dall’entomologo dilettante all’escursionista della domenica, potrà contribuire alla protezione di questi coleotteri così importanti per la conservazione della biodiversità e per gli equilibri delle foreste che li ospitano.