Il fenomeno dell’erosione costiera è uno dei fenomeni geologici e ambientali più rilevanti oggi, soprattutto per un Paese come l’Italia che presenta uno sviluppo delle coste di grande entità data la sua configurazione peninsulare che si allunga nel Mediterraneo. Possiamo definirlo, un po’ ad effetto, come “l’invasione della terra da parte del mare” e può avere forme e cause diverse, che comprendono fattori climatici, idrogeologici, ecologici e soprattutto antropici. Comprendere un fenomeno così complesso, analizzarlo, capire in che modo possa evolvere nel futuro e con quali conseguenze per la popolazione e per i diversi sistemi economici locali, richiede un approccio necessariamente interdisciplinare che sappia mettere in dialogo competenze diverse e chiedere loro di collaborare per costruire insieme un quadro integrato della situazione.



C’è una regione italiana che è ancor più sensibile al fenomeno, essendo una penisola nella penisola: è la Puglia. Se la fascia costiera rappresenta un fabbisogno primario per l’ambiente e le attività della regione, è anche vero che l’erosione costiera può produrre impatti che chiamano in causa non solo la protezione dell’ambiente, ma anche la dimensione economica e la sicurezza delle persone. E proprio in Puglia, anche sulla spinta del CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) che ha la sua sede principale a Lecce, il tema sta per essere affrontato in modo deciso, a partire da un incontro svoltosi nei giorni scorsi col titolo eloquente di “Dialogo sull’erosione costiera: ricerca, impatti e strategie”. Organizzato dallo stesso CMCC a Lecce, l’incontro è stato un’occasione di confronto tra esperti, decisori pubblici, amministratori, esponenti delle attività produttive legate alla fascia costiera, esponenti della società civile.



Obiettivo principale era di definire gli aspetti salienti del tema dell’erosione costiera riferita al territorio pugliese, affrontandolo dai molteplici punti di vista e proponendo un’occasione per mettere in pratica quell’approccio multidisciplinare che è indispensabile alla comprensione di un fenomeno di tale complessità. Un primo esito dei lavori è stata la redazione di un documento di sintesi scientifica che raccoglie gli argomenti salienti emersi dalla discussione. Intanto è stata precisata una definizione generale che identifica l’erosione costiera come il cambiamento della linea di costa dovuto a vari processi; si tratta di un fenomeno naturale sul quale influiscono le attività umane e altri fattori come ad esempio i cambiamenti climatici che intensificano i processi erosivi e i loro impatti. È risultato evidente che, per affrontare il problema in modo efficace è necessario un approccio interdisciplinare, bisogna poter coniugare la ricerca scientifica e tecnologica con i fattori culturali e sociali e bisogna affrontare in modo coordinato le azioni di sviluppo del territorio, di protezione ambientale e sicurezza delle persone.



C’è una parola che dovremo abituarci a sentire e a utilizzare sempre più nei prossimi anni: è la parola resilienza, che indica la capacità di fare in modo che un sistema risponda ad un evento avverso senza peggiorare o modificare la qualità della vita e dell’ambiente in cui si svolge. Si tratta di un concetto introdotto dal Alan Blumberg, dello Stevens Institute of Technology di New York, ed è molto importante per affrontare un tema come l’erosione costiera proprio per il suo carattere complesso e per la molteplicità di attori implicati. Per fronteggiare un simile problema, è emerso dal dialogo, è necessario «considerare un processo che si compone di diverse fasi e che chiama in causa la conoscenza scientifica, la sfera delle decisioni pubbliche ma anche l’opinione pubblica e il mondo della comunicazione perché è molto importante capire in che modo si comunica il tema e come questo sia percepito dalle persone».

 

Gli scienziati devono essere consapevoli che, dopo aver analizzato la situazione e capito come l’erosione costiera potrebbe evolversi in futuro, non possono esimersi dal porsi domande del tipo: “come comunicare il rischio?”, e poi “come reagiranno le persone alle informazioni sul rischio?”. D’altra parte, spesso si devono assumere decisioni con rapidità e devono essere decisioni tempestive valide in modo prolungato, cioè con operatività e tempestività costanti nel tempo Gli strumenti utili a fronteggiare gli impatti dell’erosione costiera però ci sono; una prima lista di tecnologie e servizi indicata dai partecipanti al dialogo pugliese e stilata dal CMCC include: la pianificazione territoriale fondata su conoscenze scientifiche aggiornate e affidabili; i sistemi di supporto alle decisioni (DSS) per la gestione delle emergenze; i sistemi di monitoraggio satellitari e in situ; le strategie di adattamento che prevedano interventi per la riduzione del rischio.