Un caso su tre di Alzheimer si può prevenire con un corretto stile di vita. Bandite le sigarette e prescritto lo sport, che farebbe bene ed eviterebbe la malattia. Il fumo, infatti, oltre a danneggiare il cuore e le arterie, agisce sul cervello, danneggiando la memoria e le capacità logiche e di apprendimento. Altre cause dell’Alzeimer sono: il diabete, l’ipertensione, l’obesità, la depressione e lo scarso livello di istruzione. Lo annuncia uno studio pubblicato sulla rivista “The Lancet Neurology” da ricercatori dell’Università di Cambridge. Una buona notizia che, tuttavia, non è confortante perché se è prevedibile un caso su tre, traducendolo ne resta che altri due casi su tre di demenza senile non sono prevedibili e non si conosce la loro origine. Lo studio rivela, inoltre, che si potrà ridurre del 10 per cento i nove milioni di casi di Alzheimer al mondo entro il 2050 facendo prevenzione, evitando cioè i sette fattori di rischio. Intanto l’11 dicembre 2013 per la prima volta i leader del G8, durante una riunione a Londra, hanno affrontato il problema della malattia, che colpisce circa 44 milioni di persone al mondo, cifra destinata ad aumentare ogni vent’anni. Se dagli Stati Uniti arriva la nuova molecola, la NitroMemantina, che sembrerebbe in grado di ripristinare le connessioni nervose danneggiate dalla malattia, in Italia, l’ospedale Fatebenefratelli di Brescia ha avviato uno studio, mentre Italia e Stati Uniti insieme hanno studiato la demenza senile: si tratta dei ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Policlinico Gemelli di Roma e dell’Università di Los Angeles (Ucla). In Scozia, invece, ha preso il via il servizio del primo cane antiAlzheimer. Si chiama Kaspa ed è un Labrador Retriever, che assiste l’ammalato, ricordandogli di prendere le medicine e se è necessario le prende e le porta al suo padrone.    



(Serena Marotta)

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