Raccontare la storia delle Esposizioni Universali significa aprire uno spaccato sulla storia della tecnologia degli ultimi 160 anni: un periodo che ha visto succedersi fasi diverse dello sviluppo tecnico-scientifico e ha visto aprirsi, a ritmo crescente, nuovi scenari.

Si inizia – come potranno vedere i visitatori della mostra “Exponendo. Prima, dopo, sotto, sopra Expo Milano 2015”, allestita presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano fino all’aprile prossimo – nel pieno trionfo della macchina a vapore: secondo lo storico della tecnologia Lewis Mumford, la storia della tecnica per buona parte dell’Ottocento è stata “la storia del vapore” e il materiale dominante è stato il ferro. Dalla prima esposizione del 1851, ad Hyde Park a Londra, fino alle due Expo parigine del 1889 e del 1990, vapore e ferro hanno avuto un ruolo determinante, culminando con l’emblema di tutta un’epoca, cioè la Tour Eiffel.



Proprio quell’edizione del 1889, nel centenario della Rivoluzione Francese, è stata l’apoteosi dell’ingegneria meccanica e civile. Il sito espositivo, oltre a occupare il palazzo del Trocadero, è stato dominato da due grandi nuove costruzioni. Una era appunto la torre di ferro dell’ingegner Gustave Eiffel, con i suoi ascensori idraulici trasparenti a due piani che salivano ai tre livelli fino al punto di osservazione a 276 metri di altezza. Pensata come struttura provvisoria, nonostante le critiche al suo stile “troppo moderno” la torre diventerà il simbolo della capitale francese. L’altra costruzione era la Galerie des Machines, progettata dall’architetto Ferdinand Dutert, realizzata con elementi prefabbricati in acciaio per formare un’unica galleria larga 115 metri e lunga 420 senza alcuna struttura di sostegno interno.



L’era del vapore nel frattempo stava cedendo la bandiera dell’innovazione a un’altra protagonista: l’elettricità; che la sventolerà per un ulteriore secolo per poi a sua volta passarla alla microelettronica e all’informatica. Nella stessa edizione dell’Expo parigina, uno dei padri dell’era dell’elettricità, l’americano Thomas Alva Edison, suscitava grande interesse presentando il suo fonografo, uno dei primi strumenti in grado di registrare e riprodurre il suono: un esemplare dell’apparecchio – esposto nella mostra al Museo milanese accanto all’immagine del suo inventore – può dare un’idea del livello tecnologico raggiunto e, insieme a un esemplare di apparecchio cinematografico da ripresa e proiezione in 35mm per l’Expo del 1900, sta ad indicare la prospettiva delle applicazioni “leggere” dell’elettricità, quelle che nel secolo successivo sfoceranno nelle tecnologie della comunicazione e dell’entertainment.



In una grande teca poco distante da questi oggetti, il visitatore di “Exponendo” potrà gettare lo sguardo su una delle applicazioni elettriche “pesanti”: un modello di treno elettrico sulla ferrovia sopraelevata costruita per le celebrazioni del cinquantenario del traforo del Sempione del 1906. Un oggetto come questo rimanda, oltre che alla grandiosità dell’evento, a un concetto chiave che accompagnerà le Esposizioni Universali del Novecento: la compresenza di tecnologie innovative presentate in mostra dai diversi paesi partecipanti e di tecnologie funzionali alla realizzazione dell’evento stesso.

Così la rassegna storica si connette direttamente con l’attualità e con uno dei dibattiti più sentiti suscitati dal progresso tecnologico. È il tema dell’eredità che, se riferito a manifestazioni come questa invita a declinare l’idea del temporaneo e dell’effimero con l’idea del permanente: una riflessione su questo tema è quanto mai opportuna, anche perché la pratica dei grandi eventi contraddistingue la nostra epoca e quale sia (o quale potrebbe essere) l’eredità di questi eventi rimane un interrogativo aperto nelle nostre società avanzate.

L’argomento assume comunque una rilevanza che va al di là degli eventi espositivi e coinvolge tutto lo scenario tecnologico contemporaneo, che ha nella rapidità evolutiva e nella volatilità uno dei suoi tratti distintivi e problematici; basti pensare ai tempi brevissimi necessari oggi per rendere obsoleta un’apparecchiatura o un’applicazione: facciamo appena in tempo ad abituarci al suo utilizzo che già arriva la successiva release 2.0. La visione delle tecnologie che hanno segnato la storia delle Expo, messe in mostra del Museo di Milano, sarà quindi una preziosa occasione per ripensare al nostro rapporto con la tecnologia e al suo posto nella nostra vita.

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