Le vie del rock sono infinite e toccano anche quelle della scienza. Apparentemente, cosa c’è di più distante tra una canzone rock con la sua visionarietà e la sua poesia e il mondo della scienza, tutto basato su ragionamenti, calcoli, prove provate. Non è così a quanto pare ed è la prova che, almeno all’estero, il linguaggio delle canzoni rock è qualcosa che è entrato talmente a fondo nel dna dell’esperienza umana che succedono cose come questa. Che cinque scienziati cioè di fama internazionale da anni si sfidano a colpi di citazioni da dischi di Bob Dylan nei loro scritti dedicati ai più svariati temi del mondo della scienza. Sono cinque ricercatori svedesi del Karolinska Institute che affrontano normalmente studi di medicina, biologia e chimica farmaceutica. Tutto ha avuto inizio quasi vent’anni fa quando due di loro, Jon Lundberg e Eddie Weitzberg, pubblicano un ponderoso studio sul passaggio del gas nel tratto respiratorio e nell’intestino. Il titolo? Nitric oxide and inflammation: The answer is blowing in the wind (monossido d’azoto e infiammazione: la risposta sta soffiando nel vento). Ecco la citazione di una delle più famose canzoni di Bob Dylan, Blowin’ in the wind. Qualche anno dopo due colleghi decidono che è ora di rispondere: uno studio sulle cellule sanguigne porta il titolo di Blood on the Tracks: A Simple Twist of Fate? che contiene il titolo di un disco di Dylan e di una canzone compresa in quel disco. Si va avanti così: Tangled Up in Blue: Molecular Cardiology in the Postmolecular Era, The Biological Role of Nitrate and Nitrite: The Times They Are a-Changin’; Eph Receptors Tangled Up in Two; Dietary Nitrate – A Slow Train Coming. E’ una scommessa: chi riuscirà a inserire più citazioni di Dylan nei titoli dei suoi studi prima di andare in pensione vincerà una cena offerta dai colleghi in un ristorante di Solna, a nord di Stoccolma, dove si trova l’Università.



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