Un laboratorio di tribologia, cioè di scienza e ingegneria delle superfici, e i laboratori i laser a impulsi corti e ultracorti installati presso il Politecnico e l’Università di Bari, consentiranno a un giovane ricercatore europeo di inserirsi nel progetto Laser4Funappena partito e volto a sviluppare materiali con proprietà superficiali speciali.



«I laboratori – come spiega a Ilsussidiario.net Antonio Ancona dell’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie (IFN) del Cnr – sono stati finanziati dalla Regione Puglia che ha fatto un grosso investimento decidendo di destinare fondi non per la ricerca su un dato argomento ma per potenziare le infrastrutture di ricerca degli enti e delle università con sedi in regione e che spesso non riescono a sviluppare certe ricerche che richiedono strumentazione avanzata e troppo costosa».



L’iniziativa regionale aveva posto come condizione ai destinatari delle risorse quella di cooperare tra loro creando delle reti di laboratori:  sono nate così le reti ”Trasforma” e ”Microtronic” disponibili presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari e il Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management del Politecnico di Bari. Presso l’IFN si potranno utilizzare, in particolare, laser con diverse sorgenti a impulsi di durata estremamente breve, pari a millesimi di miliardesimo di secondo (picosecondi) e a milionesimi di miliardesimo di secondo (femtosecondi), a diverse lunghezze d’onda (dall’infrarosso, al verde, all’ultravioletto) capaci di rompere i legami chimici minimizzando il ”danno” termico alla superficie trattata e di rimuovere il materiale ”a freddo”, consentendo di asportare gli atomi con precisione nanometrica.



È anche grazie a queste strutture che l’IFN e il TriboLAB, diretto dal professor Giuseppe Carbone, hanno guadagnato in competitività e hanno potuto partecipare al progetto europeo Laser4Fun, lanciato per promuovere l’uso delle tecnologie laser nella lavorazione delle superfici dei materiali: un campo promettente per diverse applicazioni in ambito industriale in diversi settori produttivi. Con un finanziamento europeo Marie Curie ”European Training Network” pari a 3,5 milioni di euro, il progetto prevede il coinvolgimento di 14 giovani ricercatori – uno dei quali lavorerà appunto a Bari – in un programma di formazione e ricerca che approderà a un dottorato; per ”giovane ricercatore”, in questo programma, si intende chi si è laureato non più di cinque anni fa, in un’università diversa da quella segnalata e non sia stato residenti nella nazione ospitante per più di 12 mesi negli ultimi tre anni.

Il professor Ancona – che tra l’altro è in procinto di recarsi a Trollhättan dove inizierà a lavorare part time presso la University West svedese – ci spiega la struttura del programma che prevede sei mesi dedicati alla selezione dei candidati e successivi 36 mesi di ricerca. «Ma non sarà solo ricerca strettamente scientifica sul tema prescelto. Seguiranno anche corsi di miglioramento delle loro varie skills: comunicazione, management della ricerca, trasferimento tecnologico, avvio di spin-off…  Insomma, noi tutor ci preoccuperemo di sviluppare insieme al giovane un career plan per prepararlo come ricercatore industriale e offrirgli così ulteriori opportunità per il futuro».

Passando agli aspetti più prettamente scientifici del progetto, basterà specificare che la parola ”Fun”, contenuta nella denominazione, si riferisce alla ”funzionalizzazione”: il progetto, infatti, punta a promuovere l’impiego delle tecnologie laser più avanzate per conferire alle superfici funzionalità innovative utili in un’ampia serie di applicazioni industriali. In particolare,– come metalli, semiconduttori, polimeri, vetri e materiali avanzati – in vista dell’ottenimento di caratteristiche innovative dal punto di vista ”tribologico” estetico e della bagnabilità.

«La funzionalizzazione di superfici potrà essere ottenuta con varie tecniche, che vanno dalla scrittura diretta via laser, all’interferenza tra fasci per realizzare strutture micrometriche o nanometriche su superfici». Su quali materiali? « Laser4Fun si focalizzerà sull’interazione tra l’energia laser e materiali di diverso tipo: si va dagli acciai, ai cristalli, ai semiconduttori, ai polimeri, ai vetri. A Bari si lavorerà prevalentemente su acciai».

Che tipo di proprietà si vuol far acquisire a queste superfici? «Puntiamo a delle proprietà tribologiche – cioè relative al modo in cui le superfici si comportano a contatto con le altre – innovative: si passa da superfici superadesive, a quelle con bassissimo coefficiente d’attrito, a quelle con bassa o elevata bagnabilità quindi superidrofobiche o superidrofiliche, o a quelle superoleofobiche».

E per quale tipo di applicazioni? «Sono varie e trasversali: si pensi all’industria aerospaziale, all’automotive, o anche all’industria degli elettrodomestici bianchi, interessata a sviluppare, ad esempio, superfici antibatteriche o piani cottura con speciali proprietà».

Una scorsa ai partner di Laser4Fun conferma questa ampiezza di interessi. Al consorzio partecipano sei  paesi: oltre all’Italia la Spagna, con la società Bsh Electrodomesticos Espana e l’Università Politecnica di Madrid; la Germania, con la società Fraunhofer, l’Istituto Leibniz di Dresda per la ricerca sui polimeri, le società Airbus Defence and Space e la Robert Bosch; il Regno Unito, con l’Università di Birmingham; i Paesi Bassi con l’Università di Twente? e la Francia con il Centro Tecnologico Alphanov.

Insieme hanno davanti tre anni per raggiungere l’obiettivo prioritario: preparare i giovani ricercatori ad affrontare le nuove sfide dell’ingegneria laser.