Lo aspettavano ed è arrivato: l’uragano Patricia ha così colpito il Messico causando gravi danni ma, fortunatamente, si è anche avverato ciò che era stato preannunciato e che non tutti speravano, ossia la perdita della sua forza. I centri colpiti sono stati quelli della costa sud-occidentale nello stato di Jalisco che si sono visti arrivare venti ad una velocità di 265 km orari, fortunatamente molto meno forti degli iniziali 380 – 400 km orari. La devastazione di questo ultimo uragano che interessa l’emisfero occidentale del nostro pianeta ha portato lo sradicamento di alberi e l’allagamento di strade ma è stata sicuramente minore di quella prospettata. Patricia è nato, come avviene per la maggior parte degli uragani, in mare e lì ha raggiunto una forza tale da averlo fatto classificare alla categoria 5 della scala Saffir-Simpson, quella che stabilisce l’aggressività degli uragani. Man mano però che ha proceduto e procede a toccare terra, ha perso la sua potenza ed è ciò che ha messo in salvo le coste Messicane perché è giunto a Jalisco declassato a tempesta tropicale e come un uragano di categoria 2. Le previsioni erano state molto più catastrofiche. Il National Hurricane Center, infatti, l’aveva preannunciato sottolinenando la pericolosità dell’uragano Patricia e definendolo come il peggiore uragano di tutti i tempi che avesse mai coinvolto l’America e che, inizialmente, si temeva non perdesse forza a contatto con la terra. Nato infatti con una velocità di 380 – 400 km orari, Patricia avrebbe portato distruzioni senza precedenti: piogge torrenziali, grandinate eccessivamente violente e cicloni. Il dato preoccupante ed allarmante era dato dall’allerta di grosse mareggiate che avrebbero potuto portare onde alte 10 metri. Naturalmente quando tutto ha avuto inizio, si è quindi temuto il peggio e così i governi degli stati che sarebbero stati coinvolti hanno ordinato la chiusura delle scuole e degli aeroporti, la sospensione del pedaggio di autostrada per favorire l’evacuazione delle popolazioni sulla costa. Anche per questo motivo la popolazione ha ovviamente preferito fare scorta di alimentari, medicinali e materiali isolanti, nonché rinforzare porte e finestre con pannelli di legno. Le stesse autorità, infatti, non sapevano bene a cosa si sarebbe andato incontro ed il panico è stato immancabilmente molto alto tra le persone che restavano, tra gli evacuati e tra i numerosi turisti. Uragani di tali intensità che hanno preceduto Patricia, si sono susseguiti nel corso degli anni partendo dal Pacifico ma soprattutto dall’Atlantico. Hanno lasciato e lasciano dietro di loro distruzioni ambientali, morte e miseria. L’impatto ambientale è notevole perché non solo un uragano di categoria 5 distrugge tutto ciò che trova sul suo passaggio, ma anche dopo, le perturbazioni si scagliano per giorni interi in maniera continua e violenta. Sull’uomo ovviamente le conseguenze sono devastanti perché si perde tutto ciò che si è costruito in una vita intera come le abitazioni ed i campi coltivati e bisogna partire da zero. Tante purtroppo sono le vittime che vengono sorprese da mareggiate, fango e detriti e tanti spazzati dalla velocità del vento che, si ricorda, a questa categoria sono non inferiori ai 350 km orari. La conseguenza di queste calamità naturali si riflettono anche a lungo termine sull’ambiente e sull’aspetto dello stesso: erosione delle spiagge, paludi sommersei, distruzione di aree protette nonché di zone conosciute come habitat naturali di specie animali come, nel caso di Katrina, tartarughe marine, gru e topi di mare. Nel 2005, appunto, Katrina apparteneva alla categoria 3 e devastò l’Alabama, il Mississipi, la Georgia, la Florida, la Kentuchy e soprattutto la Louisiana e l’Ohio per un totale di 1.836 vittime e ben 703 dispersi. Negli addietro, invece, si ricorda l’uragano Camille che nel 1969 coinvolse inizialmente l’isola di Cuba mietendo i primi morti ed allertando il governo americano, con ottime ragioni. Infatti nella notte del 17 agosto, il Mississipi si vide stravolgere da un’onda di 7 metri, raffiche di vento a 300 km orari e contò ben 143 vittime. Le conseguenze furono immaginabili e la natura proseguì per giorni interi a lanciare acqua in maniera torrenziale. Attualmente, lo stato dell’uragano Patricia è sotto controllo, notevolmente diminuita la potenza dei venti e nelle prossime ore dovrebbe raggiungere lo stato del Texas dove sono stati evacuati i turisti, messi al sicuro i residenti che tirano un sospiro di sollievo grazie proprio all’improvviso calo di pericolosità dell’uragano che, dall’inizio della sua formazione ventiquattro ore fa, ha subito una declassazione che fa ben sperare. Comunque si resta all’erta e l’attenzione sul suo percorso ed il suo mutare non cala agli occhi degli esperti.