Uno studio scientifico condotto dalla Oxford University e finanziato dal dipartimento del Wellcome Trust avrebbe scoperto le cause del menefreghismo e dell’apatia nelle persone non affette da alcuna patologia. Stando ai ricercatori di Oxford, la pigrizia non dipenderebbe dal carattere e dall’atteggiamento degli individui ma avrebbe un’origine di carattere biologico. In particolare, il motivo dell’apatia risiederebbe in un’area specifica del cervello: la corteccia pre-motoria, ovvero la zona adibita al controllo dei movimenti. Lo studio del dipartimento di Neurologia e Neuroscienze Cognitive della Oxford University Il team di neuroscienziati della Oxford University, durante alcuni studi sull’apatia, ha fatto una scoperta davvero eccezionale: se si esclude l’apatia derivante da ictus, Alzheimer e dal deperimento del fisico dovuto all’età avanzata dei soggetti, la fonte del classico atteggiamento menefreghista che coinvolgerebbe molte persone potrebbe risiedere nel cervello ed avere, dunque, un’origine biologica e non caratteriale. Questi i grandi risultati ottenuti dopo aver studiato un gruppo di giovani, ed averli sottoposti ad una serie di test volti a valutare il loro grado di pigrizia e di apatia. Il menefreghismo nei soggetti sani e privi di qualsiasi patologia non sarebbe quindi una questione di atteggiamento e indole, ma di organismo. A sostenerlo è Masud Husain, professore ordinario di Neurologia e Neuroscienze Cognitive presso l’università di Oxford: stando al docente la ricerca, nata per scrupolo dopo l’analisi delle patologie legate all’apatia nei soggetti malati, avrebbe evidenziato le cause che spingono i soggetti sani a mostrare un atteggiamento pigro e menefreghista verso le azioni più faticose e le decisioni più impegnative da prendere. La curiosità ha portato il team di scienziati ad analizzare i comportamenti di un gruppo di volontari sani sottoponendoli ad una serie di giochi e test fisici, alcuni dei quali molto faticosi e con premi non abbastanza gratificanti se paragonati allo sforzo che richiedevano. I test hanno evidenziato che una parte del gruppo tendeva a rifiutare questi giochi, optando per quelli più semplici e con premi maggiori: un comportamento che, di per sé, può essere considerato naturale per chi possiede un’indole pigra. Gli scienziati della Oxford University, però, non si sono fermati alle apparenze ed hanno voluto indagare ulteriormente sulla questione, giungendo a conclusioni davvero importanti. I risultati della ricerca condotta dalla Oxford University La vera scoperta è stata fatta collegando i soggetti, durante i giochi, ai macchinari per le risonanze magnetiche. I risultati dei test al cervello hanno evidenziato un dato davvero sorprendente: le persone pigre e menefreghiste presentavano un’attività cerebrale addirittura più intensa delle persone attive. Una scoperta davvero curiosa, dato che gli scienziati si aspettavano di trovare una situazione del tutto opposta. Ed invece i test hanno dimostrato che le persone apatiche, pigre e menefreghiste sono soggette ad una maggiore attività soprattutto nella corteccia pre-motoria, ovvero la zona del cervello adibita alle decisioni riguardanti le azioni da compiere. Tale zona sarebbe particolarmente attiva nei soggetti pigri, mentre nei soggetti motivati risulterebbe nella norma, facendo registrare un’attività blanda. Da ciò si evince la sorpresa del professor Masud Husain, che si aspettava risultati molto diversi: stando alle ipotesi iniziali, infatti, i soggetti meno propensi allo sforzo avrebbero dovuto registrare una minore attività cerebrale, perché meno impegnati nel prendere decisioni complesse. Il fatto che il cervello dei soggetti menefreghisti fosse decisamente più impegnato, ha invece dimostrato che la pigrizia dipende da una minore efficienza della corteccia pre-motoria: l’attività cerebrale maggiore, infatti, sarebbe dovuta ad una maggiore debolezza delle sinapsi, costrette ad uno sforzo superiore per trasmettere i dati al cervello e per prendere le decisioni in merito ai movimenti fisici del corpo. Più l’azione richiede impegno, più aumentano le energie spese dal cervello sotto sforzo: questo spiegherebbe perché un’azione particolarmente impegnativa sottoporrebbe i soggetti apatici alla tendenza al rifiuto di qualsiasi movimento. Una scoperta clamorosa nel campo delle neuroscienze cognitive I risultati dei test hanno portato alla luce una scoperta che mai nessuno, fino a questo momento, aveva lontanamente ipotizzato: per la prima volta, infatti, è stato dimostrato che il menefreghismo e la pigrizia hanno un origine biologica e non caratteriale. Si tratta di un risultato davvero notevole, che potrebbe portare molte novità nel campo degli studi sul cervello e sull’origine di altri atteggiamenti che vengono imputati all’indole delle persone, e che invece potrebbero dipendere dai meccanismi cerebrali. Secondo la dottoressa Raliza Stoyanova, sviluppatrice del dipartimento Neuroscienze e Salute Mentale del Wellcome Trust, la scoperta di questi meccanismi biologici in alcuni soggetti piuttosto che in altri potrebbe aprire alla neuroscienza porte fino a questo momento insorpassabili.