Tra i protagonisti di Expo 2015, in primo piano ci saranno certamente l’agricoltura, la ricerca e l’innovazione agro-alimentare: saranno queste ultime, in particolare, la chiave per rispondere alla crescente domanda di cibo sia aumentando la produttività delle colture sia garantendo la sostenibilità ambientale. E per mostrare “sul campo” le reali possibilità aperte dalle diverse scienze e tecnologie legate all’alimentazione, non ci saranno soltanto le installazioni previste nel sito dell’esposizione a Rho-Pero: una serie di qualificate iniziative si terranno a Lodi, a 30 minuti da Milano, sulla base di dal progetto “LoDI 2015 – Living Expo” che verrà presentato oggi a Expogate a Milano dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, e dai promotori cioè il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio e il Parco Tecnologico Padano (PTP) di Lodi. Elemento centrale del progetto è il sito dimostrativo “Agriculture of Tomorrow”, che il Parco sta allestendo per mostrare come sia possibile fare un’agricoltura altamente produttiva anche in condizioni di risorse scarse, partendo dalla più fondamentale: l’acqua. Ne ha anticipato le linee guida a ilsussidiario.net il direttore del PTP Gianluca Carenzo.



In cosa consiste questo progetto dal progetto “LoDI 2015 – Living Expo”?

Il Parco Tecnologico Padano da oltre 10 anni si occupa di innovazione per l’agroalimentare, affiancando avanzati progetti di bioeconomia a linee di ricerca e sviluppo tradizionali in ambito agro-alimentare e zootecnico. Entrambi saranno presenti sia dentro che fuori il sito espositivo di Expo. In particolare le attività del PTP si collocano nell’ambito di un ampio contenitore che è il progetto territoriale denominato “LoDI 2015 – Living Expo”che vede coinvolti insieme a noi dei prestigiose istituzioni come partner tecnici quali l’Università di Milano, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CRA), il Consiglio Nazionale per le Ricerche (CNR), oltre a dei partner privati.



Si parla di un demo field, cioè di portare l’innovazione sul campo. Come?

Sì, le attività previste nel progetto si stanno concentrando soprattutto sulla realizzazione di un campo sperimentale sull’agricoltura del futuro. Il progetto prevede sostanzialmente di mettere in un’area adiacente al PTP, in prova, una serie di tecnologie di nuova generazione che possano sviluppare il tema di Expo lancia “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” mostrando come si possa produrre di più e meglio sia attraverso delle coltivazioni vere e proprie. Avremo in prova mais, sorgo, riso, soia, pomodori, orticole, mele ….



Il sito sarà visitabile da tutti durante l’intero semestre Expo. La parte dimostrativa sarà completata e integrata da una nutrita serie di seminari tecnici di approfondimento: sono previste 13 giornate di approfondimento per il mondo agricolo, il mondo della ricerca e il parterre di istituzioni internazionali.

Ha parlato di tecnologie di nuova generazione, quali?

Mi riferisco alle colture idroponiche, alla fertirrigazione, alla sensoristica, ai seminativi di nuova generazione, agli agenti di controllo biologico; un po’ tutto ciò che c’è di nuovo nel settore agricolo. Stiamo anche cercando di avere dei droni, per mostrarne l’impiego nel monitoraggio e in alcuni interventi mirati; come pure pensiamo ai collegamenti a Internet e ai cosiddetti sistemi di agronica e in generale alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Facciamo qualche esempio concreto…

Posso fare l’esempio della fertirrigazione, cioè la distribuzione di concimi con l’acqua di irrigazione. Ci sarà una collinetta artificiale alta 4 metri, dove un sistema ad hoc porta acqua a partire da un invaso posto al di sopra e quindi l’irrigazione avviene a scorrimento e non in piano come nei canali irrigui classici. In questa area si potrà conoscere da vicino il funzionamento di tre diversi sistemi agricoli: il campo aperto, il frutteto e la serra, e vedere come in ciascuno di essi sia possibile ottimizzare l’uso delle risorse attraverso la fertirrigazione, anche sui cereali.

Un altro esempio è la coltivazione idroponica, cioè quella fuori dal terreno con controllo continuo dei parametri chimico-fisici: avremo delle serre dove questa nuova tecnologia verrà applicata per la coltivazione di fragole.

 

Non sono proprio novità per voi ….

In effetti sono processi che abbiamo già sperimentato; ma qui ci sarà una dimostrazione più consistente che parte da quanto sviluppato in laboratorio e va fino al campo. L’idea è di dimostrare che funziona anche su terreni marginali, non necessariamente in piano; perciò abbiamo realizzato quella particolare configurazione, con la collinetta centrale.

 

Quali sono i vostri partner in questo progetto?

Oltre ovviamente a Expo 2015 che ci ha dato il patrocinio e alle istituzioni locali e scientifiche citate prima, la scorsa settimana abbiamo chiuso l’accordo con Confagricoltura che si è impegnata a patrocinare l’intera iniziativa. Rappresentanti di Confagricoltura saranno coinvolti all’interno delle iniziative seminariali e di studio del progetto; sarà valutata la possibilità di visite in campo specifiche per gruppi di agricoltori associati a Confagricoltura e per le delegazioni agricole straniere ufficiali di altri Paesi; e ci sarà una sinergia nella comunicazione e promozione di tutte le iniziative in programma.

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