È il 20 marzo del 1800 quando Alessandro Volta, il fisico italiano di cui oggi ricorre il 270esimo anniversario della nascita, inventa la pila. In questo video realizzato dagli studenti della scuola magistrale in Fisica di Pavia viene mostrato come funziona in maniera molto semplice. L’apparecchio è formato da una colonna di diversi elementi sovrapposti, chiamati elementi voltaici, dove si alternano un disco di zinco a quello di rame, che vengono uniti da uno strato intermedio di feltro o cartone imbevuto in acqua salata. Lo scienziato lo ha soprannonminato “organo elettrico artificiale”, così scrive nella lettera indirizzata a Joseph Banks, presidente della Royal Society di Londra, descrivendone la composizione e il funzionamento, e rappresenta il primo generatore di elettricità della storia. Il video passa in rassegna la spiegazione chimica della pila. “L’acido si scinde, il rame e lo zinco cedono ioni, per un certo tempo nel filo continua il passaggio della corrente”.



Tra le invenzioni di Alessandro Volta ricordiamo la pistola elettroflogopneumatica. Si tratta di un apparecchio inventato durante i suoi studi sulle arie infiammabili, che risale a gennaio del 1777. Insomma una piccola bombarda, dove veniva inserita aria infiammabile e ossigeno e accesa con un acciarino. Fu poi la volta della lucerna ad aria infiammabile, l’idea gliela diede l’amico Padre Campi. In più per studiare il fenomeno delle arie infiammabili creò un ediometro, formato da un tubo di vetro con un’imboccatura messa in una bacinella d’acqua e con una seconda imboccatura chiusa da un tappo di sughero sigillato con mastice. Volta studiò anche la dilatazione dell’aria. A tale scopo costruì un apparato per misurare appunto il volume di un gas all’aumentare della temperatura. Esperimenti che furono fatti dallo scienziato nel periodo tra il 1792 e il 1796 e gli permise di determinare la legge della dilatazione uniforme dell’aria.



Oltre alla celebre pila, ci sono altre invenzioni che ci conducono ad Alessandro Volta: c’è ad esempio l’elettroforo perpetuo, l’elettrometro  condensatore e la bilancia elettrometrica. L’elettrofono perpetuo vine citato da Volta nella lettera indirizzata a Priestley del 10 giugno 1775. Il dispositivo è costituito da un disco metallico impugnabile per mezzo di un manico isolante ed è un generatore elettrostatico. L’elettrometro condensatore è stato realizzato nel 1797 dallo scienziato per aumentare la sensibilità degli elettrometri classici. È del 1780 l’invenzione del “condensatore di elettricità. Volta si rende conto che lo scudo carico di un elettroforo perpetuo, messo sulla superficie di alcuni materiali poco conduttori, invece di dissipare la propria elettricità la conserva. La bilancia elettrometrica è stata invece creata da Volta per superare i limiti degli elettroscopi. Si tratta di una bilancia costituita da due piatti, di cui uno è sostituito da un piattello di ottone elettrizzato.



Sono tante le celebrazioni avvenute negli anni per ricordare Alessandro Volta. Una si è svolta a Como, nel 1899, in occasione del centenario dell’invenzione della pila, con una grande esposizione universale. Alla quale parteciparono le principali autorità politiche dell’epoca, tra i quali il re Umberto I. Ma c’è di più. Giacomo Puccini, uno dei maggiori musicisti dell’epoca, compose una marcetta intitolata “Scossa elettrica”. Un incendio, sviluppatosi l’8 luglio 1899, che si scatenò a causa di un corto circuito, divorò i padiglioni dell’esposizione, molti cimeli tuttavia vennero recuperati. Da qui una sottoscrizione per ricostruire l’esposizione. Così dopo un mese, su un progetto dell’architetto Linati, l’esposizione riaprì il 20 agosto 1899. E ancora a Como, nel 1927, venne celebrato il centenario della morte dello scienziato. Fu scelta la Villa Olmo in borgo Vico. L’esposizione si articolava in tre esposizioni principali: l’Esposizione delle industrie idroelettriche, l’esposizione internazionale di telefonia e telegrafia, l’esposizione nazionale serica. La realizzazione dei fabbricati annessi al parco fu affidata all’architetto Napoleone Montorfano. E sempre in occasione di questa celebrazione, oltre ai Congressi, ci fu la realizzazione del Tempio Voltiano, che fu costruito dall’imprenditore serico Francesco Somaini, dove furono conservati tutti i cimeli di Alessandro Volta. Successivamente, nel 1945, furono festeggiati i 200 anni dalla nascita, nonostante la situazione del Paese che via via si stava riprendendo dalle vicende belliche. Le commemorazioni si tennero presso il Teatro Sociale, la Cattedrale e la Tomba di Volta. In quell’anno l’editore Marzorati di Como pubblicava il volume “Como ad Alessandro Volta”. I 150 anni dall’invenzione della pila furono tenuti dal capo del Governo Alcide De Gasperi con una cerimonia presso il Tempio Voltiano con mostre, convegni, concorsi, rassegne cinematografiche e spettacoli. Nel 1977 a 150 anni dalla morte, il 5 marzo, fu celebrata una messa da Monsignor Castelli nel cimitero di Camnago (Como). Poi, nel pomeriggio, il sindaco di Como Antonio Spallino aprì l’anno voltiano. Si tennero diverse manifestazioni. Nel 1999 a 200 anni dall’invenzione della pila si tennero diverse iniziative, tra le quali una serie di studi e ricerche sulle fonti dirette che riguardavano la vita e l’opera di Alessandro Volta. Furono organizzati convegni, conferenze e pubblicazioni.

L’anniversario della nascita di Alessandro Volta è ricordato anche da Google che ha dedicato un doodle allo scienziato. Al posto del tradizionale logo del motore di ricerca c’è un’illustrazione animata – in cui compare sempre la scritta “Google” – che mostra la composizione della pila fatta di strati di rame e zinco interposti. Il doodle è stato realizzato dal “doodler” Mark Holmes. In un lungo post su Google, l’illustratore ha spiegato come è nata l’idea di questo doodle: “Dopo aver fatto qualche ricerca, non volevo solo utilizzare il ritratto di Volta per il Doodle, soprattutto perché la maggior parte del mondo non lo avrebbe riconosciuto. Volevo invece rappresentare la sua invenzione”, ha scritto Holmes. L’illustratore ha fatto una ricerca per immagini sull’invenzione di Volta e sulle apparecchiature scientifiche del tempo: “Con questa ispirazione ho subito realizzato alcuni bozzetti sperimentando diversi concetti e composizioni. La mia idea originale era di mostrare diversi dispositivi alimentati dalla batteria, ma così si rischiava di distrarsi dalla pila – ha spiegato il doodler – Così ho optato per un layout più semplice. L’ idea chiave che volevo comunicare è come aumenta la tensione della batteria. Ho aggiunto calibri elettrici o voltmetri, che si animano con la pila. Ho poi aggiunto il nome di Volta e l’anno in cui ha inventato la pila come elementi tipografici”.

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Durante la sua carriera nel mondo scientifico Alessandro Volta, di cui oggi ricorre il 270esimo anniversario dalla nascita, si è scontrato con alcune opinioni di altri studiosi autorevoli che operavano nello stesso ambito. Uno di loro è stato Luigi Galvani, fisico e anatomista nato a Bologna. Alessandro Volta, in particolare, contestò la teoria del “fluido elettrico animale” proposta dal Galvani nel 1791. Lo studioso bolognese si accorse del fenomeno grazie ad un innocuo incidente provocato da uno dei suoi assistenti su una rana, e iniziò a fare alcuni esperimenti proprio su questi animali. Galvani si convinse che il movimento muscolare degli esseri viventi fosse strettamente collegato con l’attività elettrica propria delle cellule e, più precisamente, di ciò che lui identificata come un “fluido”. Alessandro Volta, che a quel tempo era professore nella prestigiosa Università pavese, si oppose strenuamente a queste conclusioni tratte da Galvani, in quanto fermamente convinto che i muscoli si muovessero solo ed esclusivamente a casa di un’irritazione in grado di innescare il processo. Chi ha studiato anatomia e soprattutto fisiologia, sa molto bene che le posizioni di questi due studiosi non sono affatto lontane dalla verità e si completano a vicenda.

Sulla banconota da diecimila lire c’era il ritratto di Alessandro Volta, il fisico italiano inventore della pila nato 270 anni fa. Si trattava della quarta serie. Il ritratto fu realizzato da un’incisione di Giovita Garavaglia conservata a Roma presso il Gabinetto Nazionale delle Stampe. La filigrana si componeva di tre elementi nella parte posteriore: nella parte sinistra veniva rappresentata la testa di Alessandro Volta, nella zona sottostante, in filigrana a linea chiara, il monogramma “BI” tra motivi ornamentali, a destra, invece, con effetto chiaroscuro, erano riprodotti elementi geometrici attaccati l’uno all’altro, di forma rettangolare, con il lato più grande messo in direzione verticale. Sul verso della banconota era invece rappresentato una veduta del Tempio Voltiano di Como, un edificio in stile neoclassico, costruito nel 1927 in occasione delle celebrazioni del centenario della morte di Alessandro Volta, dove sono custoditi cimeli e altri documenti dello scienziato.

Alessandro Volta si trovava ospite ad Angera a casa dell’amica Teresa Castiglioni quando scoprì il metano nella palude dell’isolino Partegora. Provò a smuovere il fondo con un bastone e si accorse che risalivano delle bolle di gas e le racchiuse in una bottiglia. Chiamò questo gas “aria infiammabile di palude” e si accorse che poteva essere incendiato con una candela accesa o anche con una scarica elettrica. Arrivò alla deduzione che il gas si formava nella decomposizione di sostanze animali e vegetali. Era l’autunno del 1776 quando studiò il fenomeno, che era noto anche in epoche più lontane, e che gli fu indicato da Carlo Giuseppe Campi. Un fenomeno che era stato già studiato da Pringle, Lavoisier, Franklin e Priestley che tuttavia lo classificarono solamente come un’esalazione di aria infiammabile, di origine minerale. Volta, per avere un’ulteriore conferma della sua tesi, andò a Pietramala nel 1780, sull’Appennino toscano, dove si trovavano i fuochi fatui. Successivamente la composizione del gas fu fatta da Thomas Henry nel 1805.

La pila di Volta rappresenta il primo generatore di elettricità della storia. L’invenzione di Alessandro Volta risale alla fine del XVIII secolo, riprendendo studi precedenti di Luigi Galvani sull’elettricità. La pila è costituita da una colonna di diversi elementi sovrapposti, detti elementi voltaici, costituiti da un disco di zinco che viene sovrapposto ad uno di rame, e uniti da uno strato intermedio di feltro o cartone imbevuto in acqua salata. Quindi collegando gli estremi superiori a quelli inferiori attraverso l’uso di un conduttore elettrico si produce un circuito che genera corrente continua. La prima pila fu costruita nel dicembre del 1799, ma di questa non si hanno informazioni dettagliate, negli scritti di Volta infatti si trovano delle istruzioni per costruire un dispositivo generico. La prima descrizione è datata 20 marzo 1800 e venne annunciata in una lettera indirizzata a Joseph Banks, presidente della Royal Society di Londra, dove Volta illustra la descrizione. Successivamente Volta ne illustrò il funzionamento il 7 novembre 1801 all’Institut de France davanti a Napoleone Bonaparte, che lo insignì di una medaglia d’oro.

Alessandro Volta nacque il 18 febbraio di 270 anni fa. Alessandro Volta fu un celebre fisico italiano noto in tutto il mondo per aver inventato la pila e aver scoperto il metano. Nato a Como nel 1745, all’età di tredici anni Volta inizia gli studi umanistici presso la locale scuola di gesuiti, mentre tre anni dopo entra nel Regio Seminario Benzi di Como dove incontra il canonico Giulio Cesare Gattoni che lo incoraggerà a intraprendere la carriera scientifica. Nel 1775 mette a punto l’elettroforo perpetuo (detto anche elettroforo di Volta), un generatore elettrostatico capace di accumulare una certa quantità di carica elettrica. Ma è l’anno successivo che arriva la prima grande scoperta: ad Angera, piccolo comune in provincia di Varese (Lombardia) situato sulla sponda sud-orientale del Lago Maggiore, Volta scopre l’aria infiammabile nativa delle paludi, vale a dire il metano. Poco dopo creò la cosiddetta pistola elettroflogopneumatica: dopo essere riuscito ad infiammare l’aria con una scintilla provocata da una pietra focaia, Alessandro Volta creò questo strumento in cui inserire “aria infiammabile” mescolata con ossigeno, in grado quindi di spingere fuori una palla “con impeto e rimbombo”, come scrisse lui stesso. Nel 1794 sposa Maria Teresa Peregrini, da cui avrà tre figli: Zanino, Flaminio e Luigi. Eccoci allora arrivati alla celebre pila di Volta, il primo generatore statico di energia elettrica che di fatto costituisce il prototipo della batteria elettrica moderna: inventata verso il 1800, verrà successivamente presentata anche a Napoleone Bonaparte che reagì entusiasta alla scoperta, tanto da proporre che a Volta venisse assegnata la medaglia d’oro dell’Accademia nazionale delle scienze, poi conferita nella sessione del 2 dicembre. Ritiratosi a vita privata nel 1819, Volta morirà nella sua casa di Camnago il 5 marzo del 1827 all’età di 82 anni.