Una sindrome rara, ma mortale. Così viene definita clinicamente la Sindrome di Edwards o anche trisomia 18. E’ una malattia genetica che colpisce un neonato su 6000, nell’80% di sesso femminile con un tasso considerato bassissimo di sopravvivenza per via di anomalie cardiache, malformazioni renali e altri problemi. Di tale malattia risultava affetto un feto di una coppia gallese, a cui i medici consigliarono come sempre in questi casi di abortire. Secondo loro infatti il piccolo sarebbe sopravvissuto solo pochi minuti dopo la nascita. In alcuni casi possono sopravvivere anche un anno ma con gravi problemi fisici. Sharron Swales, 27 anni, la madre, e il marito però rifiutarono di abortire: “Lo vedevo muoversi durante le radiografie, sentivo il suo cuore battere: non potevo non dargli una possibilità di vivere” ha raccontato la madre. Il piccolo nasce prematuro con parto cesareo e sopravvive: dopo alcune settimane di terapia intensiva può essere portato a casa. Per i primi otto mesi di vita ha bisogno di rimanere attaccato a un respiratore. Adesso ha compiuto due anni di vita e sta bene, nonostante il peso e la statura non siano quelli dei bambini della sua età e abbia imparato a camminare solo da un paio di mesi. Ma sta bene: un buco riscontrato nel suo cuore si sta chiudendo da solo senza bisogno di alcun intervento chirurgico, ed è sottoposto a controlli ogni tre mesi. Il suo caso, dicono i genitori, dimostra che non bisogna mai arrendersi e dare sempre una possibilità ai nascituri.