Bisogna risalire alla decisione presa al G20 dei Ministri della Agricoltura tenutosi a Parigi nel giungo 2011, per cogliere il quadro nel quale si collocano le ricerche e i programmi presentati ieri presso l’Area delle Ricerca del Cnr di Milano durante il Workshop “Space4Agri: la visione da satellite per il monitoraggio dell’agricoltura”, un’iniziativa promossa nell’ambito dei programmi “Cnr per Expo”. «Il G20 – dice a Ilsussidiario.net Mirco Boschetti, ricercatore dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA) e uno dei coordinatori dell’evento – aveva considerato i problemi derivanti dalle crisi agricole del 2008, dovute alle siccità in Russia e Ucraina; e aveva constatato l’effetto negativo anche di semplici rumors diffusi circa le produzioni risicole nel sud est asiatico; aveva quindi deciso l’attuazione di iniziative coordinate per fornire informazioni trasparenti e trasparenti circa i mercati internazionali dei prodotti agricoli di base».
Si è costituito così il GeoGlam dove Geo sta per Group on Earth Observations, cioè il coordinamento delle iniziative spaziali a livello mondiale, e Glam sta per Gloabl Agricultural Monitoring, cioè l’attività volta all’uso delle tecnologie satellitari per il monitoraggio agricolo. E ieri pomeriggio, durante la fase dell’evento aperto al pubblico, è stata presentata la componente “Geoglam Crop Monitor”, ovvero del servizio operativo sviluppato per condividere e analizzare informazioni provenienti da una varietà di fonti indipendenti e complementari (osservazioni satellite, dati agrometeorologici e analisi da modelli colturali e relazioni sul campo) al fine di consentire al gruppo di esperti (oltre 30 agenzie) di raggiungere un consenso e redigere un report sulle condizioni delle colture mondiali a supporto delle attività di AMIS, l’Agricultural Market Information System attivo presso la FAO di Roma per la trasparenza dei mercati e il coordinamento delle politiche.
L’obiettivo di geoglam Crop Monitor è quello di fornire ad AMIS con un consenso multi-sorgente, internazionale e trasparente, la valutazione delle condizioni di coltivazione, lo stato e le condizioni agro-climatiche, che potrebbero avere un impatto sulla produzione globale. «Questa attività riguarda le quattro principali colture coperte da AMIS (frumento, mais, riso, soia) per i Paesi G20 + 7 AMIS che rappresentano più dell’85% del mercato globale. Tali valutazioni sono state prodotte operativamente dal settembre 2013 e sono pubblicate mensilmente nel AMIS Market Monitor Bulletin; il Crop Monitor predispone un report di sintesi (grafici e mappe) sulle condizioni delle colture alla fine di ogni mese contribuendo alla sinossi dei principali sviluppi dei prezzi dei prodotti agricoli sui mercati internazionali».
Boschetti ci parla poi del quadro più ampio nel quale si collocano oggi queste azioni: «è quello di una rivoluzione nelle tecnologie satellitari grazie soprattutto agli investimenti europei che hanno portato all’avvio delle missioni Sentinel: queste mettono a disposizione dati operativi gratuiti sui quali si possono costruire dei servizi che ampliano gli interventi fatti finora. I grandi sistemi di monitoraggio finora sono stati su scala globale o europea; ora invece si può declinare questo tipo di analisi anche su scala regionale e locale e quindi fornire indicazioni e supporto agli amministratori locali. Si passa quindi dall’azione di monitoraggio a quella del supporto alle decisioni».
Qual è la grande differenza? «Col monitoraggio noi facciamo una fotografia, utilissima, delle condizioni delle coltivazioni con l’obiettivo di frenare le speculazioni sui prezzi dei prodotti agricoli: se ci sono delle info trasparenti e autorevoli si può ridurre e limitare la speculazione. Ora però si profila la possibilità di utilizzare le informazioni e i dati raccolti dallo spazio per quello che si può chiamare l’agri-consulting e per sviluppare il cosiddetto precision farming». Si tratta, in sostanza, di organizzare la parte commerciale dell’agricoltura in modo rispettoso della reale situazione “nello spazio e nel tempo”: «l’utilizzo dei dati – che vengano dai droni ormai diffusi e di moda, oppure dai satelliti – consente di catturare la variabilità dello stato delle colture e di conseguenza adattare le agro-pratiche per massimizzare la produzione e minimizzare i costi e gli impatti ambientali».
Secondo Boschetti, adesso siamo nelle condizioni tecnologiche per attuare queste prospettive: «La strada sarà lunga e non certo facile: i sistemi agricoli sono sistemi complessi e non ci sono soluzioni automatiche; si tratterà anche per far comprendere bene tutto ciò ai singoli agricoltori: per questo parlo di agri-consulting». Dal canto suo il Cnr-IREA sta intensificando la sua attività per lo sviluppo di metodologie per la creazione di dowstream services dedicati al monitoraggio regionale e locale delle produzioni agricole; in particolare con i progetti Space4Agri (AQ Regione Lombardia-Cnr), Scenarice (Agropolis/Cariplo) ed Ermes (EU FP7-Space).