Grandi città, ambiente e mobilità sostenibile: è un tema sempre più dibattuto, non solo dai pubblici amministratori ma anche in ambito industriale, tecnico-scientifico ma anche dal comune cittadino, interessato a vivere in contesti urbani meno caotici, meno stressanti e meno minacciosi per la salute. Se ne è parlato anche al Meeting, in una vivace tavola rotonda svoltasi ieri pomeriggio, con la partecipazione tra gli altri, del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e di Carlo Tamburi, Country Manager Italia di Enel. Con Tamburi ilsussidiario.net ha approfondito l’argomento.
Nei contesti urbani c’è un problema di strategia, organizzazione e gestione della mobilità, soprattutto nelle grandi città. A che punto siamo in Italia?
Per quanto riguarda la mobilità elettrica, l’auto elettrica, benché un mercato di nicchia, si sta sviluppando con incrementi di vendite e proposte di modelli in continuo aumento che forniscono indicazioni ottimistiche per il futuro. Da un recente report redatto dal Centro Studi Continental con la rielaborazione di dati dell’ACI si evince che l’Italia è avanti per quanto riguarda il Centro-Nord (il Lazio e la Lombardia hanno una percentuale di circa il 20%), mentre restano ancora indietro le città del Sud. Questo perché gli automobilisti di queste regioni che scelgono di acquistare un’auto elettrica possono contare su una rete di ricarica diffusa in modo capillare sul territorio urbano e su una serie di agevolazioni e incentivi, dai parcheggi gratuiti all’ingresso nelle ZTL, che rendono più conveniente l’acquisto di un veicolo a zero emissioni.
Bisogna comunque dire che l’Italia ha ancora molta strada da compiere. Più in generale, nel nostro Paese sono ancora poco implementate e sfruttate le politiche e gli strumenti a supporto della mobilità sostenibile, prima fra tutte l’incentivazione della mobilità elettrica, per la quale ad esempio l’energia che si utilizza per la ricarica delle batterie non è catalogata come “usi domestici” e i suoi costi sono quindi maggiorati.
A questa si dovrebbero accostare comunque sistemi di regolamentazione del trasporto e della distribuzione delle merci e sistemi di incentivazione del trasporto pubblico delle persone.
C’è anche un problema di infrastrutture adeguate: qual è il contributo di Enel?
Dal 2010 Enel Distribuzione si è impegnata per garantire un’adeguata presenza sul territorio nazionale di infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, infrastrutturazione che deve andare comunque di pari passo con la diffusione di veicoli elettrici sul territorio; per tale motivo Enel si è fatta promotrice di progetti che prevedessero anche la crescita del numero di veicoli: come ad esempio il progetto e-mobility Italy in collaborazione con Daimler, primo progetto integrato tra una casa costruttrice di auto e una utility che ha dato il via allo sviluppo della mobilità elettrica in Italia; oppure il progetto di elettrificazione della propria flotta aziendale. In particolare Enel ha ideato, sviluppato e messo in esercizio una infrastruttura di ricarica in grado di minimizzare l’impatto sulla rete, al fine di evitare ingenti costi per il suo adeguamento a seguito della potenziale domanda aggiuntiva legata ai veicoli elettrici. In aggiunta, questa infrastruttura è accessibile a tutti, il cliente cioè può scegliere il fornitore di servizi che preferisce senza alcun vincolo.
Sul versante più strettamente tecnologico, quali sono le soluzioni più promettenti?
Da un punto di vista prettamente industriale, si stanno facendo grandi passi avanti, soprattutto nel campo dell’ibrido (motore termico associato a uno elettrico) e sul versante delle batterie, che offrono maggiore economia e occupano sempre meno spazio. Il ruolo dei produttori di veicoli elettrici è quello di investire in innovazione e ricerca per offrire sul mercato una gamma di veicoli in grado di soddisfare le esigenze di mobilità dei diversi target e rendendo l’accesso ai veicoli elettrici economicamente vantaggioso. Il ruolo delle aziende produttrici e fornitrici di energia invece è quello di prevedere diverse soluzioni per rendere accessibile la ricarica dei veicoli elettrici attraverso l’installazione di infrastrutture e la conseguente fornitura di energia.
Qualche esempio?
Il progetto Mobilità Elettrica di Enel Distribuzione rappresenta un inedito programma di implementazione e gestione di una innovativa infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici, progettata con tecnologie all’avanguardia in grado di garantire gli standard di sicurezza necessari e un servizio di ricarica evoluto basato sulla tecnologia del contatore elettronico. Ad oggi sono circa 1800 le stazioni con tecnologia Enel installate sul territorio nazionale e di queste circa 700 sono ad accesso pubblico e multivendor, ovvero ogni cliente è libero di scegliere di stipulare un contratto con il venditore di energia che preferisce essendo garantita l’interoperabilità e la possibilità di caricare indistintamente su tutte le stazioni installate. In aggiunta, questa infrastruttura è totalmente controllata da remoto mediante il sistema EMM ( Electro Mobility Management System) che Enel ha realizzato per abilitare innovativi servizi (quali la localizzazione e la prenotazione di stazioni di ricarica mediante app o interfacce web) e soprattutto per consentire lo smart charging, la possibilità cioè di controllare ogni processo di ricarica tenendo conto delle condizioni della rete e la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Con questa infrastruttura sviluppata da Enel si è fatto quindi un ulteriore passo avanti nello sviluppo delle smart grid e nella integrazione di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.
Ci sono molte aspettative verso le smart grid, anche da parte vostra?
Come detto l’infrastruttura di ricarica elettrica è parte integrante dei progetti smart grid e smart city che vedono Enel in prima linea in Italia e sfrutta a pieno tutte quelle funzionalità avanzate di misura e controllo derivanti dal progetto Enel del Telegestore. I clienti possono ricaricare il veicolo elettrico ovunque, in modo semplice e flessibile potendo pagare i costi per la ricarica nel modo che preferiscono tra cui anche comodamente in bolletta, secondo i profili tariffari sottoscritti con il proprio venditore di energia.
Sarebbe molto interessante capire se in futuro potrà prendere piede il “vehicle to grid”, che Enel sta testando con Nissan Europa. Si tratta di pensare alle auto come batterie con le ruote: se un cliente le usa solo per poche ore al giorno, possono essere utilizzate, se connesse alla rete, per fornire servizi primari e secondari di regolazione di potenza, proprio come batterie.
Passiamo allo scenario internazionale: ci sono esempi interessanti da seguire?
In Europa esistono sicuramente degli esempi virtuosi da seguire. Prime fra tutte l’Olanda e la Norvegia (ma in generale tutto il Nord Europa) dove gli incentivi statali hanno contribuito ad una crescita esponenziale del numero di veicoli elettrici nel paese. Lato car manufacturer una nota di attenzione la merita Tesla che con la prima vettura elettrica di lusso è riuscita a raggiungere quote di mercato a doppia cifra (più del 10%).
Il gruppo Enel in Spagna ha partecipato ad un progetto interessante per il Comune di Malaga, che sarebbe interessante replicare in Italia, fermo restando il superamento dei limiti del sistema menzionati sopra. Il comune ha infatti deciso di dotare le proprie aziende municipali di circa 50 auto elettriche, di installare stazioni di ricarica (lenta e veloce) nelle sedi municipali e ha permesso ai proprietari di 150 auto di avere una colonnina dedicata nei pressi della propria abitazione, superando il problema della ricarica e ottenendo risultati molto positivi e incoraggianti: 92% dei clienti molto soddisfatti, 4.1 milioni di km percorsi da 209 auto in due anni, 288 tonnellate di CO2 risparmiate.
Ci sono collaborazioni in atto particolarmente significative da parte di Enel?
Enel collabora fin dall’inizio con i maggiori produttori del settore come Nissan, Renault, BMW, Volkswagen e Tesla. Per consentire la piena interoperabilità tra le infrastrutture di ricarica in Europa, Enel ha inoltre stipulato accordi per connettere la propria infrastruttura, utilizzata per controllare stazioni di ricarica in Italia, Spagna e Romania, con le principali piattaforme europee tra le quali Hubjet è la più rilevante. L’ultimo prodotto ideato e realizzato da Enel è la Fast Recharge Plus, infrastruttura che permette una ricarica di tre veicoli elettrici in contemporanea in 20-30 minuti in corrente alternata e continua, compatibile con tutte le auto elettriche presenti sul mercato; grazie a un accordo con Eni, l’installazione di questa infrastruttura presso le eni station su autostrade e superstrade permetterà ai veicoli di affrontare viaggi tra le città di diverse regioni italiane, ampliando così il target dei possibili automobilisti a “zero emissioni”.
Enel ha anche stipulato accordi con diverse regioni italiane, tra cui la Liguria, la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Lazio, l’Umbria, la Puglia e con diverse municipalizzate per uno sviluppo sempre più capillare dell’infrastruttura di ricarica che permetta l’interoperabilità tra le diverse tecnologie dei vari operatori. Infine Enel ha stipulato accordi con grosse aziende quali IKEA, Sibeg e Poste Italiane per fornire l’infrastruttura di ricarica per le flotte aziendali. In particolare con Sibeg, società che imbottiglia e distribuisce i prodotti a marchio Coca-Cola e la prima azienda in Europa a dotarsi di 100 veicoli elettrici per la propria flotta aziendale, con sede a Catania, Enel ha stipulato una partnership per implementare la soluzione di ricarica con 50 infrastrutture ad uso privato da installare in punti strategici della Sicilia.