Un bambino inglese di tredici mesi ha difficoltà dalla nascita a nutrirsi perché affetto da crisi epilettiche, soffre infatti di encefalopatia epilettica dell’infanzia. I genitori stessi hanno problemi di salute, soffrono di difficoltà di apprendimento (una volta si sarebbe detto “ritardati”; il padre ha un quoziente intellettivo di 61 su una media di 100, mentre la madre lo ha di 60 e quindi non le è stato permesso di apparire in tribunale). Vista la condizione del figlio che secondo i medici non dovrebbe permettergli di vivere a lungo, genitori e giudici hanno concordato che in futuro possa essere lasciato morire di “morte indolore”, gli venga cioè sospesa l’alimentazione. Il bambino tra l’altro è stato dato a genitori affidatari e soffre di crisi continue e ricoveri ospedalieri. Secondo i medici curanti, “Jake è limitato e minacciato come conseguenza della sua condizione neurologica. Non penso che sopravvivrà alla prima infanzia, pur riconoscendo che alcuni bambini sopravvivono più a lungo di quanto ci aspettiamo considerando la gravità delle loro condizioni”. I genitori (la madre tramite un legale rappresentante) si sono detti contrari a farlo morire, ma allo stesso tempo non vogliono che soffra e rimanga attaccato a macchine di sostegno.