Conto alla rovescia per l’arrivo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko al perielio: la prossima settimana, ed esattamente giovedì 13 alle 3:03 ora italiana, “Chury” – come la chiamano affettuosamente gli scienziati dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) – raggiungerà il punto più vicino al Sole lungo la sua orbita. Il perielio è una tappa importante nel percorso di ogni cometa, una sorta di capolinea dopo il quale il cammino si inverte e la cometa riparte verso la periferia del Sistema Solare da dove era arrivata. Ma questa volta c’è un motivo di importanza straordinario: la cometa non sarà sola nel suo incontro ravvicinato col Sole; per la prima volta ci sarà un veicolo spaziale realizzato dall’uomo, la sonda Rosetta, a seguire passo passo il giro di boa di Chury e ad osservarla da vicino in questa delicata fase del suo viaggio periodico.



Rosetta ha studiato la 67P per oltre un anno, con osservazioni che sono iniziate durante l’avvicinamento alla cometa nel marzo 2014. Ha potuto registrare, un mese dopo, l’emissione di un potente getto di gas e polveri e nel luglio successivo ci ha rivelato la curiosa fisionomia del grigio nucleo cometario, con quella strana forma a due lobi e la superficie accidentata e rugosa. In agosto era arrivata a una distanza di 100 chilometri e poi ha l’ha accompagnata per dodici mesi di intensa attività di osservazione e analisi delle proprietà di questo corpo celeste così intrigante.



Il passaggio al perielio (dal greco: “peri”, vicino e “helios”, Sole) è un momento culminante della vita ripetitiva di una cometa: è lì che l’effetto del riscaldamento e del vento solare accentuano al massimo quei fenomeni che fanno della cometa quell’oggetto così stupefacente, con l’evaporazione del nucleo di ghiaccio sporco che genera la chioma e la spettacolare coda che può estendersi per decine o centinaia di migliaia di chilometri nello spazio. Ecco perché il transito al perielio è così interessante per gli astronomi: lì le comete raggiungono il loro massimo livello di luminosità, rilasciando grandi quantità di gas e polveri; e potrebbero verificarsi anche esplosioni e altri eventi imprevedibili. Perciò è molto importante cogliere l’occasione per ottenere il maggior numero possibile di osservazioni e la presenza di Rosetta è un’opportunità unica che darà notevoli contributi alla conoscenza della 67P e migliorerà anche l’interpretazione delle osservazioni terrestri di altre comete.



Ma quali saranno le posizioni la prossima settimana? Ricordiamo che Chury percorre un’orbita ellittica intorno al Sole con un periodo di 6,5 anni; infatti il precedente perielio è stato toccato il 28 febbraio 2009. Ad ogni viaggio sorvola il Sistema Solare da una zona oltre l’orbita di Giove fino a una striscia compresa tra le orbite della Terra e di Marte; giovedì prossimo sarà a 186 milioni di chilometri dal Sole ma nel punto più lontano (afelio), circa tre anni fa, la distanza era di 850 milioni di km: per farsene un’idea, la Terra orbita attorno al Sole a una distanza media di 149 milioni di km (è quella che viene definita 1 Unità Astronomica, o AU). 

Diversa è la distanza tra la Terra e la cometa e dipendente dalle loro posizioni relative nel Sistema Solare: al perielio, la cometa sarà a 265 milioni di km da noi, ma saremo più vicini (222 milioni di km) nel gennaio-febbraio 2016.

Chi si troverà nella posizione ideale, come abbiamo detto, sarà Rosetta che in questo caso non dovrà neppure compiere operazioni speciali o difficili come è stato per l’aggancio del nucleo e per la discesa del lander Philae sulla sua superficie. Il team dell’ESA che segue la missione parla di un periodo di “business as usual” e spera di poter spingere la sonda più vicino possibile alla cometa durante perielio, per poter effettuare osservazioni scientifiche senza compromettere la sicurezza del veicolo: negli ultimi mesi, infatti, non è stato possibile operare più vicino di 150 km senza incorrere in difficoltà causate dalle grandi quantità di polvere attorno alla cometa.

Comunque le immagini dello storico passaggio non mancheranno: c’è la foto camera di navigazione NavCam che cattura le immagini più volte al giorno è c’è la fotocamera scientifica Osiris che ha un determinato slot di riprese. Il 13 agosto il tempo necessario a Rosetta per comunicare con la Terra, cioè il tempo di percorrenza del segnale di sola andata, sarà di 14 min e 44 sec. E poi c’è chi non dispera nella possibilità che Philae sia operativo durante il perielio: il lander è tuttora sulla superficie della cometa, anche se non è nota la sua esatta posizione; e da due mesi ha ristabilito le comunicazioni con la sonda, anche se il collegamento finora è stato intermittente.

E dopo il perielio? Rosetta continuerà a seguire la cometa nel suo tragitto verso il Sistema Solare esterno, osservando come l’attività si riduce nel tempo e monitorando eventuali modifiche o fenomeni particolari. La missione è programmata per continuare fino a settembre 2016, quando è previsto che Rosetta ricada a spirale sulla superficie di Chury, dove le operazioni si concluderanno.

Nel frattempo si intensifica il lavoro scientifico di analisi della gran quantità di dati raccolti finora dai diversi strumenti a bordo della sonda e del lander. È di pochi giorni fa la pubblicazione su Science di sette nuovi articoli basati sui dati raccolti da Philae: i risultati delle analisi ci danno l’identikit di un nucleo compatto ma molto poroso, con la superficie dell’area di atterraggio Agilkia più soffice di quella del punto di arrivo finale Abydos; e con l’identificazione di 16 composti organici, quattro dei quali – isocianato di metile, acetone, propionaldeide e acetamide – non erano mai stati rilevati su una cometa.