Oltre il “violetto”, l’ultimo colore ad alta frequenza dello spettro che l’uomo è in grado di percepire, che cosa c’è? Ci sono malanni e pericoli per la salute umana: ustioni, acne e addirittura cancro alla pelle come il melanoma. Scientificamente, si tratta dei ben noti raggi ultravioletti prodotti da varie fonti ma soprattutto dal sole. E d’estate, quando ci si butta sulle spiagge o in alta montagna alla disperata ricerca di quei raggi caldi che l’inverno e la pioggia ci hanno negato, ecco che i rischi non vanno dimenticati. Secondo recenti studi infatti 277 persone ogni 100mila sono colpite da melanoma e ogni anno in Italia la cifra aumenta di 12mila unità. Le radiazioni UV sono infatti cancerogeni accertati di classe A.
Certo, esiste una gamma infinita di creme più o meno in grado di difendere dall’uso e abuso della tintarella, ma non è abbastanza. La pensa così Emilio Simeone, imprenditore, ricercatore e fondatore di svariate start-up. Per anni si è occupato di studi spaziali, lavorando a esperimenti di microgravità a bordo di navicelle spaziali, è stato project manager per conto dell’Agenzia spaziale europea e per quella italiana. E nel 2001 ha fondato la Flyby, azienda che si occupa di telerilevamento con lo scopo di sviluppare servizi grazie alle immagini satellitari. Ed ecco cosa centrano i raggi ultravioletti e l’abbronzatura. La sua ultima ideazione è proprio un sistema in grado di aiutare le persone a godersi il sole, ma facendo attenzione alla salute. Si chiama HappySun ed è una app gratuita per smartphone e tablet (scaricabile da www.happysun.it). Grazie ai dati provenienti da vari satelliti, è in grado di misurare in tempo reale la radiazione UV che arriva sulla Terra (in Europa, Brasile e Africa). Conoscendo dunque il tipo di radiazione del posto dove ci si trova, l’app consiglia il fattore fotoprotettivo più adeguato alla singola persona e alle particolari esigenze della sua pelle.
La novità a livello mondiale del sistema Happysun é che ha ribaltato il problema rispetto ai sistemi americani e francesi indossabili (e costosi): non c’è più bisogno di sensori da indossare e da tenere puntati con cura verso il sole, è il satellite che dall’alto “vede” quanta radiazione UV stiamo prendendo rendendo il nostro telefonino uno strumento affidabile che non ha bisogno di essere esposto al sole. “Lasciamo pure lo smartphone sotto l’ombrellone – dice Simeone – mentre andiamo a giocare in spiaggia. Lui continuerà a vegliare su quanta energia UV stiamo accumulando lanciandoci un allarme sonoro quando ne abbiamo preso abbastanza”.
In sostanza, HappySun localizza dove si trova l’utente tramite GPS, come fanno le applicazioni che indicano i percorsi stradali, ed elabora i dati provenienti dai satelliti dell’Agenzia spaziale europea e dalla Nasa grazie alla collaborazione dell’Aeronautica militare italiana. Uno speciale timer consente poi all’utente di sapere quanto può restare al sole senza incorrere in scottature e danneggiamenti della pelle. Il timer si aggiorna di continuo e avverte con un segnale sonoro quando è meglio andare all’ombra. Si possono inoltre fornire diverse informazioni all’app in modo che sappia ottimizzare al meglio le esigenze dell’utente: il proprio fototipo, il tipo di superficie della zona dove ci si trova e la protezione solare che si sta utilizzando.
L’app ideata dalla Flyby ha già trovato autorevoli riscontri. Secondo la dottoressa Antonella Romanini dell’Azienda ospedaliera di Pisa e presidente dell’Associazione contro il melanoma infatti, “a differenza di quel che accade per il caldo o il freddo, il nostro organismo non possiede sistemi di rilevazione delle radiazioni UV, dunque noi non siamo in grado di percepire quando queste sono tali da danneggiare il DNA delle nostre cellule. Solo uno strumento esterno, come ad esempio il sistema Happysun – permette di attribuire dei valori alle radiazioni UV cui siamo esposti e farci rendere conto quanto rimanere esposti al sole”.
L’ultima parola è ancora dell’ideatore dell’app, Simeone: “Il nostro lavoro è frutto della passione per la conoscenza scientifica che ci permette di fornire un valore aggiunto come risposta alle esigenze umane nella vita quotidiana”.