La settimana della cultura scientifica europea, che oggi e domani vedrà tutto il vecchio continente brulicare di mostre, conferenze, esperimenti in piazza, spettacoli, concorsi tutti orchestrati sulla nota dominante della scienza e della ricerca, non poteva concludersi meglio di così: come degno completamento di tanti eventi artificiali, nella notte tra domenica e lunedì un evento naturale dei più spettacolari presenterà sul palcoscenico dei nostri cieli il fenomeno della tetrade. Vengono a volte chiamati così nelle scienze situazioni ricorrenti dove un certo fatto si ripete per quattro volte: in questo caso sarà lo spettacolo dell’eclissi lunare a offrirsi a quanti vorranno vegliare tra le 2:11 e le 7:22 (ora di Milano) quando, rispettivamente, la Luna entrerà e uscirà dalla penombra attraversando le fasi di eclissi parziale e, al culmine, di quella totale. Si parla di tetrade perché la prossima sarà la quarta eclissi totale consecutiva, quindi senza altre eclissi parziali o penumbriali intermedie; le precedenti sono state il 15 aprile 2014, l’8 ottobre 2014 e il 4 aprile 2015. Abbiamo sottolineato l’aspetto europeo perché è qui che l’effetto sarà particolarmente osservabile. Come è noto, date le reciproche posizioni e i movimenti relativi dei corpi celesti interessati – Luna, Terra, Sole – un’eclissi non è visibile contemporaneamente in tutto il mondo: ogni volta la fase in cui la Luna entra nel cono d’ombra solare della Terra interessa per alcune ore una porzione della superficie del nostro pianeta. Questa volta toccherà a una zona centrata sul medio Atlantico e sarà un’eclissi al sorgere della Luna per una striscia di fusi orari comprendenti le due Americhe mentre per Europa e Africa sarà un’eclissi al tramonto lunare, quando il nostro satellite naturale sarà molto basso sull’orizzonte occidentale. Non sarà difficile osservarla, a parte il fatto di svegliarsi nel mezzo della notte: non servirà nessuna particolare apparecchiatura e sarà sufficiente adattare gli occhi per poter seguire lo spostamento dell’ombra fino a quando arriverà a coprire tutto l’astro. Naturalmente, con un binocolo si potrà percepire meglio la linea dell’ombra avanzare sulla superficie del satellite; e chi avrà a disposizione un telescopio potrà vedere ulteriori dettagli del contrasto tra l’ombra e la parte illuminata dei crateri e dei “mari” lunari. Cosa ha di speciale questa “edizione” dell’eclissi? Sarà un’eclissi di superluna. Infatti, per una fortunata congiuntura astronomica, che non si verificava da trent’anni, questa volta l’eclissi avverrà con la Luna che passa al perigeo, cioè nel punto della sua orbita più vicino alla Terra a 356.876 chilometri da noi; quindi apparirà più grande: il disco lunare avrà un diametro apparente di circa l’8% in più della dimensione media. L’aumento non sarà subito apprezzabile a occhio nudo, ma risalterà se si faranno dei confronti con le immagini che siamo soliti vedere. Sarà in effetti una superluna quella che si oscurerà fra due notti e ciò potrà spronare ulteriormente molti osservatori anche non professionisti a non perdere l’appuntamento.



Sarà anche una Luna rossa, o meglio rossastra e non completamente buia come potremmo aspettarci. Il motivo sta nel fenomeno della diffusione che la luce solare subisce nel passaggio attraverso i gas dell’atmosfera terrestre. Come è noto, la luce solare è un mix di radiazioni di diversi colori, corrispondenti a diverse lunghezze d’onda: ora, la componente rossa della luce viene diffusa in modo meno efficace rispetto quella blu e ciò causa la persistenza delle tonalità rossastre durante l’oscuramento. Tra le altre curiosità connesse con la prossima eclissi della tetrade, non possiamo trascurare un’iniziativa della Nasa che ha sfruttato le potenzialità offerte dai nuovi strumenti informatici per mostrarci “l’altra faccia dell’eclissi”. Dato che il fenomeno in questione, come abbiamo detto, vede allineati i tre corpi – Luna, Terra e Sole – con la Terra nel mezzo, è intuitivo che, se le distanze sono quelle giuste, visto dalla Luna sarà il Sole stesso ad essere oscurato. Ecco allora che qualcuno ha pensato di utilizzare un potente software di simulazione per mostrarci cosa vedrebbe un ipotetico abitante di una base lunare: nel video realizzato dal Scientific Visualization Studio della Nasa si vede sull’orizzonte lunare una grande Terra scura coprire il Sole e nel momento di massimo oscuramento lasciarsi circondare da un’aureola luminosa che delinea le albe e i tramonti, mentre nel buio del cielo si accendono le stelle, tra le quali spicca, proprio sopra il Sole eclissato, la Beta Virginis. Con questa “triangolazione” suggestiva, anche un’eclissi diventa occasione per orientarci nello spazio e per prendere coscienza dello porzione di Sistema Solare che ci circonda.

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