Morte cerebrale, la definizione che si usa in quasi tutti i paesi del mondo per certificare che è una persona è ormai deceduta per sempre. La morte cerebrale viene infatti considerata un fatto irreversibile, da cui non si torna indietro. In realtà lo stato di morte definitivo si certifica quando il cuore smette di pulsare portando al blocco delle attività cerebrali. Quando però e i casi non sono pochi il cuore continua a battere si usa mantenere il paziente nel cosiddetto stato vegetale, attaccandolo ad appositi macchinari. Per i responsabili di una azienda di bioetica, l’inglese Bioquark è in questi casi che si può intervenire.  Il loro impegno è provare che si possa riportare in funzione il cervello del paziente, di fatto “resuscitandolo”. Non per niente il loro progetto si chiama Lazarus, dal Lazzaro dei vangeli riportato in vita da Gesù, con l’aggiunta di ReAnima. La notizia è che adesso il ministero della sanità inglese ha dato la sua approvazione “etica” al procedimento, dando cioè il via libero agli esperimenti. Bioquark ha già diversi pazienti su cui sperimentare, un gruppo di persone tra i 15 e i 65 anni dichiarati cerebralmente morti sui quali usare i cosiddetti peptidi, una classe di composti chimici, cellule staminali da iniettare nel cervello e stimolazione nervosa. La speranza è che le cellule morte del cervello riprendano a funzionare. 



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