La domanda se la realtà esiste veramente, o è una sorta di illusione, l’uomo se la pone da parecchio, almeno dall’inizio della cosiddetta era moderna. Una sorta di sogno sognato da qualcun altro, o una specie di Matrix dove gli esseri umani pensano di vivere ma la realtà è tutt’altra. Come riporta il quotidiano inglese The Independent gli scienziati di tutto il mondo da qualche tempo si stanno ponendo una domanda che fino a poco tempo fa era inedita per gli studiosi, una domanda che li sta mettendo in crisi. Secondo il punto a cui si è arrivati a studiare l’universo, l’universo stesso non dovrebbe esistere. Ma non per via di una realtà alternativa a quella conosciuta, ma molto più semplicemente perché l’universo, nel momento stesso in cui si è formato, avrebbe dovuto distruggere se stesso.  



Secondo gli studi standard, in quel momento storico esisteva una identica quantità di materia e anti materia. Ma come mai non si sono distrutte a vicenda? Nonostante gli scienziati stiano affannosamente cercando di capire se tra materia e anti materia ci siano differenze sostanziali che spiegherebbero perché l’universo non si è distrutto, ancora non si è riuscito a dimostrare nulla di questo. “La completa simmetria tra materia e anti materia ci dice che l’universo avrebbe dovuto andare distrutto”, ha spiegato Christian Smorra, autore di un nuovo studio portato a termine presso il Cern. Anche la possibilità che esse abbiano avuto un differente magnetismo è andata a scontrarsi con il fatto che anche il magnetismo è identico. Forse, spiegano al Cern, una risposta potrà arrivare dalla recente cattura degli anti protoni e capire se almeno lì ci siano delle differenze. 

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