Per Elon Musk l’intelligenza artificiale potrebbe causare la terza guerra mondiale, per Anthony Levandowski invece è la nuova divinità da venerare. L’ex ingegnere Google, licenziato qualche mese fa con l’accusa di aver rubato segreti commerciali dall’azienda, sta cercando il suo riscatto nella fede. Ha fondato un’associazione religiosa senza scopo di lucro, “Way of the Future”, che si propone di venerare l’AI per migliorare la propria vita. Se avete perso fiducia nel dio tradizionale, c’è un’alternativa in bit e silicio che potete venerare nella speranza che ci salvi dalle brutture del mondo. Per i miscredenti potrebbe essere la soluzione più giusta, forse anche la più affascinante, anche se risulta strano elevare il progresso tecnologico a paradiso. Certo, il messia di questa nuova religione non ha un’ottima reputazione, visto che su di lui – come riportato da Repubblica – pendono accuse molto pesanti di spionaggio industriale.
DA INGEGNERE A SACERDOTE DELLA DIVINITÀ TECNOLOGICA
Anthony Levandowski, il fondatore della nuova religione che venera l’intelligenza artificiale, è al centro di una disputa su brevetti trafugati tra Uber e Waymo, compagnia automobilistica di Google. Lo scorso maggio il colosso di Mountain View lo ha licenziato, ma ora vuole cercare riscatto e fama come sacerdote della divinità tecnologica. La setta è stata fondata nel settembre 2015, ma solo ora è salita agli onori della cronaca grazie alle indiscrezioni rivelate da Wirde Usa che ha reso noto il progetto presentato all’IRS, US Internal Revenue Service, l’autorità americana che gestisce e amministra le entrate fiscali pubbliche, alle cui norme devono attenersi anche le organizzazioni senza scopo di lucro. La posizione della setta non è stata ancora formalizzata con l’IRS come organizzazione religiosa esente da imposte, ma Levandowski è amministratore delegato e presidente del Mondo del futuro.
IL LEGAME TRA TECNOLOGIA E RELIGIONE
I fini della società, che stringe un legame tra tecnologia e religione, è quello di «contribuire al miglioramento della società» attraverso «la comprensione e il culto della divinità». Questo legame però non è nuovo, perché in tanti nella Silicon Valley credono nella “Singolarità”, cioè nell’avvento di un epoca in cui le macchine governeranno il mondo con giustizia ed equità, con vantaggio per gli uomini. Il passo verso il culto dell’intelligenza artificiale, oltre che obbligato, sembra breve. I grandi successi e le costanti innovazioni alimentano il futuro, ma Levandowski ha voluto dar loro un’incarnazione terrena. Lo sono, ad esempio, le auto a guida autonoma a cui aveva lavorato per Google: stanno già trasportando passeggeri a Phoenix, in Arizona. Sono passi concreti per migliorare la qualità della vita e al tempo stesso diffondere il vero di una divinità che promette sempre più “miracoli”.