Il nostro universo è una simulazione? Ci sono teorie secondo la quali sarebbe una proiezione, ma non ha ancora solide dimostrazioni. Eppure non deve sorprendere lo scetticismo sull’autenticità della natura della realtà, perché ha attraversato tutte le epoche. Dal velo di Maya alla caverna di Platone, passando per il genio maligno di Cartesio e l’esperimento mentale del cervello nella vasca di Putnam. Al massimo può spaventare, questo sicuramente. L’ipotesi è che l’universo sia una simulazione informatica programmata da una super intelligenza esterna alla nostra realtà. Detto più semplicemente, che viviamo in Matrix. Non solo scienziati ma anche personaggi conosciuti hanno sdoganato ufficialmente l’argomento: tra questi c’è Elon Musk, CEO di Tesla e Space X, il quale l’anno scorso aveva parlato della possibilità che il nostro universo sia una simulazione, allargando ufficialmente il controverso dibattito. E se il nostro percorso non fosse frutto della nostra volontà e rientrasse con i cammini altrui in una simulazione?



CACCIA AGLI INDIZI

Se il nostro universo è una simulazione elaborata e potente basata su un reticolo, allora dobbiamo metterci alla ricerca di qualche traccia. I “pixel” però potrebbero non essere rilevabili con l’osservazione diretta. Per il cosmologo e matematico John Barrow bisogna cercare eventuali modifiche alle costanti della natura e alle leggi fondamentali che i simulatori potrebbero aver introdotto per correggere errori strutturali della simulazione. Gli indizi non mancano, e potrebbero spingerci verso scenari a dir poco inquietanti. Da tempo sono note le cosiddette “coincidenze” nelle leggi della natura che permettono alla vita, così come la conosciamo, di esistere. Hanno spinto gli scienziati a introdurre la teoria del multiverso: il nostro non sarebbe che uno di tantissimi universi dove le costanti di natura assumono valori possibili, e solo in pochi, tra cui il nostro, questi valori permettono l’esistenza della vita.



STUDIO SMONTA IL PRINCIPIO OLOGRAFICO

Chi crede che il nostro universo sia una simulazione, quindi nel principio olografico e nelle congetture alla Matrix, rimarrà però deluso di fronte allo studio pubblicato recentemente su Science Advances. La ricerca, condotta da Zohar Ringel e Dmitry L. Kovrizhin, è giunta alla conclusione che la realtà è troppo complicata per essere simulata. E gli scienziati hanno smontato questa ipotesi con l’arma stessa della simulazione. Avvalendosi della tecnica nota come “simulazione di Monte Carlo”, i ricercatori hanno scoperto che non è possibile catturare un sistema con anomalie gravitazionali, come il fenomeno della conducibilità termica di Hall. La simulazione è diventata così più complessa e ciò ha contraddetto le premesse del principio olografico: l’ipotesi che la realtà sia basata su micro-elementi che la proiettano è dunque insostenibile. Secondo i due autori dello studio, la potenza di calcolo necessaria per simulare l’universo fino al livello quantistico richiederebbe una memoria costruita da più atomi di quelli che esistono nell’universo stesso.

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