Trapianti di utero nel corpo di una donna sono già stati eseguiti e hanno permesso la nascita di bambini. Il primo caso al mondo registrato è del 2014 in Svezia quando una donna che aveva ricevuto un nuovo utero fu in grado di mettere al mondo un figlio. Dopo quel caso, se ne sono registrati altri quattro tutti ugualmente di successo. Negli Stati Uniti invece quattro donne che avevano tentato la stessa cosa non hanno avuto fortuna, solo una di esse è riuscita a tenere l’utero e comunque non è rimasta in stato di gravidanza. Per il prossimo anno è previsto il primo tentativo nel Regno Unito. Diverso è invece quando si parla di trapianto di utero per permettere la gravidanza in un uomo che ha cambiato sesso diventando donna, un transgender cioè. Per un ginecologo di Los Angeles, il dottor Richard Paulson, invece, non c’è problema: i trattamenti medici per transgender, dice, sono ormai così comuni e sempre più sofisticati che si potrà tranquillamente arrivare anche a questo. Paulson, che è anche presidente della Società americana per la medicina riproduttiva, parlando all’annuale congresso, ha detto che ci sono studi molto avanzati per permettere a donne trans di ricevere un utero in modo tale da portare avanti una gravidanza e mettere al mondo dei bambini.
E’ invece successo che persone nate di sesso femminile e poi diventate uomini ma che non avevano subito una isterectomia, abbiano potuto mettere al mondo dei figli. Ma c’è chi non è d’accordo con Paulson, ad esempio un chirurgo trans, Marci Bowers, che spiega che un risultato del genere è ancora molto lontano dall’essere raggiunto. Le cavità pelviche di uomini e donne si formano in modo diverso, ha detto, qualcosa cioè che non può essere corretto in modo chirurgico. La donna sarebbe costretta a ricorrere al parto cesareo. C’è poi anche un dibattito aperto sui potenziali pericoli ai danni del feto, a causa dell’ambiente instabile che è quello di un utero trapiantato in una donna transessuale. La scienza un giorno riuscirà a fare qualunque cosa, anche resuscitare i morti. Il problema, semplice, è uno solo: la scienza contemporanea va sempre di più contro la natura umana con conseguenze imprevedibili e anche tragiche.