Un giovane bambino siriano è stato salvato da morte certa grazie a un innovativo trapianto di pelle. L’operazione chirugica, delicatissima, si è svolta in Germania ed è perfettamente riuscita: adesso il piccolo sta bene, corre, gioca. Insomma, svolge una vita normale, cosa che era praticamente impossibile fino a poco tempo fa. La malattia del giovane siriano è la epidermolisi bollosa giunzionale, che distrugge il derma e lo rende fragilissimo proprio come le ali di una delicata farfalla. Per questo motivo, infatti, il piccolo è stato soprannominato il bambino-farfalla: la sua pelle era soggetta a una sfoliazione continua che lo ha posto in serio pericolo di vita. Tanto per renderci conto di cosa significhi essere affetti da un male raro come questo, basti pensare che il siriano era arrivato al coma farmacologico. Se non fossero intervenuti i medici tedeschi, coadiuvati da un team eccellente di ricercatori, nessuno sarebbe stato in grado di salvarlo da questa malattia rara e al tempo stesso letale. Vediamo insieme come sono stati in grado di (letteralmente) riportalo alla vita.
IL TRAPIANTO
In questa tragica storia, terminata però con un lieto fine, c’è anche spazio per un piccolo motto d’orgoglio italiano. A svolgere la delicata operazione chirurgica, infatti, è stato un medico italiano, il professor Michele De Luca, aiutato da un’equipe di altissimo livello. Il bambino era in situazioni disperate: a causa della epidermolisi bollosa giunzionale era arrivato a perdere circa l’80% della pelle e non sarebbe potuto andare avanti per molto. De Luca e il suo team, a quel punto, hanno prelevato un lembo di pelle sano del ragazzo e che quindi non era stato contaminato dalla malattia (quest’ultima si presenta con delle profonde vesciche). Questo lembo di pelle è stato portato in laboratorio ed è stato corretto geneticamente: in esso è stato inserito il gene Lamb3 nella sua forma ‘pura’. Se questo gene Lamb3 viene alterato produce la malattia in questione. Le cellule sono state quindi modificate e rigenerate, fino ad ottenere tanti piccoli lembi da circa 150 centimetri quadrati che poi sono stati trapiantati nella pelle del bambino stesso. Nei 2 anni che sono seguiti all’intervento (che è, infatti, del 2015) la pelle nuova ha aderito alla perfezione e non ha più dato origine ad alcuna vescica.
LA SCOPERTA
La cosa più importante è che adesso il bambino siriano stia bene e che possa svolgere una vita normale, come tutti. Questa operazione, comunque, si è rivelata molto importante anche da un punto di vista scientifico perché ha portato a comprendere alcuni aspetti che non conoscevamo sulla pelle umana. L’operazione al bambino siriano, quindi, farà da spartiacque per tutto quello che verrà in seguito. I ricercatori, infatti, hanno compreso che la pelle umana possiede una base solida di cellule estremamente longeve dalle quali poi derivano tutta una serie di unità che provvedono a rinnovarsi con una velocità elevatissima. In precedenza, invece, gli scienziati pensavano che il derma umano fosse formato da un’unica unità di cellule staminali. Da questo comprendiamo quindi che la scoperta ha un valore epocale e ci porta a riconsiderare molti aspetti di questa particolare branca della medicina, sicuramente con effetti più che positivi. Sul sito Tgcom24 leggiamo le dichiarazioni entusiastiche del Dott. De Luca: ‘Era un tema che avevamo dibattuto spesso nei congressi e ora finalmente c’è stata una svolta.’