Il telescopio Kepler ha scoperto un nuovo sistema solare, confermando quanto gli astrofisici credono da tempo: nell’Universo esistono più pianeti che stelle. Decisivo il contributo dell’intelligenza artificiale di Google. Finora i dati erano esaminati con test automatici standard, se non addirittura a occhio, ma la mole di informazioni raccolte dal telescopio Kepler ha costretto gli astronomi a ricorrere all’intelligenza artificiale di Google. Per “allenarla” le hanno dato in pasto 15mila segnali, già controllati e validati, presi dal catalogo di esopianeti della sonda Nasa. Quindi hanno chiesto quali erano veri pianeti e quali falsi positivi. L’AI di Google ci ha preso nel 96% dei casi. Quando la rete neurale è stata ritenuta sufficientemente addestrata, si è occupata dei segnali più ambigui relativi a 670 sistemi planetari, ritenendo che il posto migliore per cercare un pianeta fosse dove ne erano stati trovati altri in precedenza. Sono stati individuati tanti falsi positivi, ma anche molto pianeti potenzialmente reali. «È un po’ come setacciare le rocce per trovare pietre preziose. Se usi un setaccio più fine, raccoglierai altre rocce, ma potresti anche raccogliere nuove pietre preziose», ha dichiarato Andrew Vanderburg, astronomo della Nasa e dell’Università del Texas a Austin. (agg. di Silvana Palazzo)
KEPLER 90 POTREBBE AVERE PIÙ DI 8 PIANETI
La stella Kepler-90 ha pareggiato il record del nostro sistema solare: ha otto pianeti che le orbitano attorno. L’ultimo esopianeta scoperto grazie al contributo dell’AI di Google è molto vicino alla stella, poco più di un decimo della distanza Terra-Sole, e le orbita attorno in soli 14,4 giorni. Chi sperava che potesse ospitare acqua liquida o vita è rimasto deluso: gli astronomi della Nasa stimano infatti che la sua superficie abbia una temperatura di più di 400 gradi, quindi decisamente troppo calda. «Il sistema Kepler-90 è come una mini versione del nostro Sistema Solare. Ci sono pianeti più piccoli all’interno e pianeti più grandi all’esterno», ha dichiarato Andrew Vanderburg, astrofisico della Nasa. La caccia, dunque, continua, anche perché il sistema Kepler 90 potrebbe avere molti più pianeti del nostro. Il metodo del transito usato nella ricerca dei pianeti è efficace per quelli molto vicini alla propria stella, ma non per quelli più esterni. In futuro potremmo dunque scoprire un nuovo sistema solare più popoloso del nostro. (agg. di Silvana Palazzo)
NASA, SCOPERTI ALTRI MONDO CON KEPLER E GOOGLE
Le scoperte del telescopio spaziale Kepler erano tanto attese, ma sono state entusiasmanti in parte. Un nuovo sistema solare è stato scoperto, ma la sorpresa è rappresentata dal contributo offerto dall’intelligenza artificiale di Google nella scoperta dell’ottavo pianeta, che era invece sfuggito agli astronomi. Si tratta di Kepler 90i, un pianete roccioso e incandescente, la cui temperatura è simile a Mercurio e le cui dimensioni sono invece del 30% più grandi della Terra. Partendo dai dati del telescopio Kepler, BigG ha dimostrato di poter avere un ruolo di primo piano nella scoperta di espianti. Tutto è cominciato nel 2014, quando Kepler ha cominciato a cercare pianeti extraterrestri che potrebbero ospitare la vita. Il fatto è che ha raccolto tantissime informazioni, quindi gli esperti avrebbero impiegato diversi anni per analizzarle e classificarle. Il nuovo esperimento ha dimostrato che le reti neurali sono uno strumento promettente per la scoperta dei segnali più deboli di mondi lontani.
NUOVO SISTEMA SOLARE, SCOPERTA NASA CON L’AIUTO DI GOOGLE
Chi ha avuto l’idea di applicare l’intelligenza artificiale ai dati di Kepler? Christopher Shallue, ingegnere informatico del team di ricerca di Google AI. Con l’aiuto di Andrew Vanderburg ha addestrato ad hoc la rete neurale di Google per riconoscere le piccole variazioni di luminosità delle stelle così da individuare i pianeti con la tecnica del transito. «I dati raccolti dai telescopi sono troppi per essere scandagliati dagli umani», dicono alla Nasa. Kepler-90i non è l’unico pianeta trovato dall’AI di Google, perché è stato scoperto anche Kepler-80g. Potrebbero esserci ancora tantissimi tesori nascosti tra i dati di Kepler: finora gli scienziati hanno parlato di circa 2.500 pianeti extrasolari e la rete neurale ha trovato due mondi di poca importanza, ma in futuro potrebbe essere scoperto un pianeta in grado davvero di ospitare la vita.
E questo rappresenta sicuramente un buon pretesto per continuare a sognare. «Ci sono scoperte ancora nascoste nell’archivio dati di Kepler, in attesa che la tecnologia ci aiuti scovarle. I nostri dati costituiscono un vero tesoro per i ricercatori per gli anni a venire», ha dichiarato Jessie Dotson, a capo del progetto Kepler alla Nasa.