Non fossero bastati i danni che ha fatto l’Lsd: una generazione o quasi con il cervello bruciato, rock star impazzite, ragazzi che si sono gettati dal balcone convinti di poter volare e altri che hanno visto Dio seduto sul davanzale. La droga psichedelica per eccellenza degli anni 60 (inventata peraltro inizialmente per usi militari) la si usava con il preciso scopo di “allargare l’area della coscienza”. Le qualità chimiche in essa contenuta infatti agivano sulla corteccia cerebrale disfacendo la realtà e creandone una alternativa: per i sostenitori doveva essere un modo per arrivare al significato ultimo della vita, per altri fu la morte o la pazzia. Nei decenni successivi è passata di moda, tranne essere sostituita negli ultimi anni recenti dalle droghe sintetiche che si usano in discoteca, che sono ancora peggiori: i ragazzi muoiono come mosche. Così Google ha pensato di ideare una sorta di Lsd elettronico, la cosiddetta Dream Machine, la macchina dei sogni, un programma di visione artificiale con cui, si legge su wikipedia “si ottiene una forma di illusione pareidolitica consistente di immagini psichedeliche e surreali. La somiglianza spesso citata delle immagini agli effetti indotti da LSD epsilocibina suggerisce una somiglianza funzionale fra la rete neurale artificiale e particolari strati della corteccia visiva“.
Da qui, studiosi del Sackler Center for Consciousness Science dell’università del Sussex nel Regno Unito hanno fatto un passo avanti, creando la Macchina delle allucinazioni, the Hallucination Machine che fa sprofondare gli utenti in una versione psichedelica a 360 gradi della realtà. Scopo di tutto questo, secondo gli studiosi, scoprire che cosa gli stati di coscienza alterata ci possono insegnare del nostro stato normale di coscienza. Le basi sono sempre le solite da secoli: scoprire il mistero di come il nostro cervello sappia evocare il nostro Sé e processare un flusso costante di percezioni sensoriali definite come realtà. “Irrompere dall’altra parte (della realtà)” cantavano i Doors di Jim Morrison e sappiamo come sia andata a finire: morto e sepolto. Forse questi studiosi dovrebbero cominciare a capire che ci sono mura che non si possono spaccare senza pagarne il prezzo definitivo. Per adesso ci si diverte con le allucinazioni, tipo vedere marciapiedi colorati che esplodono e teste di animali che ci spuntano attorno, ma gli studiosi appaiono sicuri di evitare gli inconvenienti tipici delle droghe psichedeliche: “Potrebbe succedere che uno abbia appena sperimentato un input sensoriale modificato, non necessariamente un cambiamento di coscienza. La nostra macchina può separare questi diversi aspetti che normalmente si attivano tutti contemporaneamente quando si assumono farmaci psichedelici”, dicono.