La ricerca non deve spaventare i fedeli: è importante per cambiare i preconcetti, anche quelli ideologici, e per condurci a Dio. Questo è lo spirito con cui gli organizzatori della Specola Vaticana hanno promosso la conferenza scientifica “Buchi Neri, Onde Gravitazionali e Singolarità dello Spazio-Tempo“, che si terrà a Castel Gandolfo da domani al 12 maggio. L’obiettivo è superare gli errori di Albert Einstein: durante il convegno si discuterà dei limiti della cosmologia moderna e delle prossime sfide scientifiche. Durante la conferenza della Specola Vaticana ci si confronterà su alcune delle questioni aperte della cosmologia e dell’astrofisica moderna.



Cosa accade se si cade in un buco nero? Qual è il destino del cosmo? Cos’è successo nei primi istanti del Big Bang? Sono tante le domande a cui dovranno rispondere ospiti illustri, come il premio Nobel della fisica nel 1999 Gerardus ‘t Hooft, Roger Penrose, i cosmologi George Ellis, Andrei Linde e Joe Silk. Dall’interazione di partecipanti in occasione del convegno potrebbero nascere spunti interessanti: la recente rivelazione delle onde gravitazionali, ad esempio, ha aperto nuovi scenari nel modo di vedere l’universo e stimolato nuove speculazioni sulla natura della singolarità dello Spazio-Tempo.



La conferenza, però, intende celebrare anche la figura di monsignor George Lemaitre, sacerdote fervente e validissimo cosmologo, considerato uno dei padri della teoria del Big-Bang. Fu il primo a spiegare il moto di recessione delle galassie come effetto dell’espansione dell’Universo e lo fece risolvendo le complesse equazioni della teoria della Relatività Generale di Albert Einstein. George Lemaitre è, però, diventato famoso per la sua teoria dell’Atomo Originario, passata alla storia come Big Bang: capì che l’Universo si era originariamente trovato in uno stato di densità energetica elevata e ipotizzò che doveva essere quello di un Atomo originario da cui tutto ha avuto inizio.



La figura di monsignor Lemaitre, che non intravedeva alcuna contraddizione tra fede e scienza, ispirerà questo confronto. «La creazione di Dio avviene continuamente, se pensassimo che Dio è un creatore che agisce nel momento del big bang sarebbe ridurlo a una figura come Giove, che non è il Dio nel quale i cristiani credono», ha spiegato fratel Consolmagno. Il Gesuita ha spiegato, più in generale: «Avrei paura di un Dio che avesse bisogno di essere dimostrato dalla scienza». E «sarebbe un delitto contro la scienza che di scienza si occupassero solo gli atei».