La Nasa ha scoperto 219 nuovi possibili pianeti esterni al Sistema solare, 10 dei quali hanno le dimensioni della Tera e sono in una fascia abitabile rispetto alle loro stelle. Ciò vuol dire che sono alla giusta distanza dalla propria stella per avere acqua liquida in superficie. L’annuncio poco fa in una conferenza stampa all’Ames Research Center nella Silicon Valley, in California. La Nasa ha presentato i dati dell’ultimo catalogo delle analisi del telescopio spaziale Kepler nella costellazione del Cigno.



Il numero dei potenziali mondi alieni sale così a 4.034. Di questi sono stati verificati come pianeti 2.335. Quelli che hanno dimensioni simili alla Terra in zona abitabile sono una cinquantina, di cui oltre trenta già verificati. Dall’inizio della missione Kepler sono stati stilati otto cataloghi di pianeti extrasolari. Non tutti i dati registrati sono stati poi confermati, inoltre servono mesi per ottenere una conferma consistente al di là di ogni ragionevole dubbio. Si tratta comunque di una scoperta importante per la ricerca di vita, perché indica che circa la metà dei pianeti conosciuti nella galassia offrono un ambiente poco ospitale.



«Questo catalogo frutto di misure estremamente accurate è la base di partenza per rispondere ad una delle domande più interessanti dell’astronomia: quanti sono i pianeti simili alla Terra nella nostra galassia?», ha dichiarato Susan Thompson, coordinatrice del catalogo presso il Seti Institute di Mountain View. Con i dati di Kepler è stato possibile misurare con precisione migliaia di pianeti, individuando due principali categorie tra quelli più piccoli: quelli rocciosi grandi quanto la Terra e quelli gassosi più piccoli di Nettuno. «Trovare due gruppi distinti di esopianeti è come scoprire che mammiferi e lucertole formano due rami distinti dell’albero evolutivo», ha spiegato Benjamin Fulton, dell’Università delle Hawaii a Manoa, come riportato dall’Ansa. 



Il telescopio Kepler è stato lanciato nel 2009: da allora ha analizzato una lunga serie di pianeti, corpi celesti di diverse dimesioni e condizioni. Il prossimo telescopio spaziale, il James Webb, consentirà invece un’analisi più dettagliata dei mondi al di fuori del Sistema solare grazie ad una lente dal diametro di sette metri. Sembrano davvero infiniti i misteri dell’universo…