Pensavate che film come Matrix o Terminator fossero sciocchezze da cinematografia hollywoodiana? Che Blade Runner fosse il frutto di una mente malata e oscura come quella del grande scrittore Philip Dick? Vabbè ma ci aveva già pensato decenni prima il grande scrittore di fantascienza Asimov a prevedere un mondo in cui i robot, le macchine, avrebbero sviluppato una propria intelligenza indipendente e quindi a spodestare l’uomo dal suo trono. Al momento però ci stiamo limitando a creare intelligenze artificiali stupide proprio come noi esseri umani, Sentite cosa accade in America. Gli algoritmi matematici, alla base di qualunque cosa, vengono oggi usati fortunatamente ancora in modo limitato, addirittura dai giudici per decidere se un imputato abbia diritto alla libertà su parola. Il problema è che gli esseri umani, ormai terrorizzati dalla paura di sbagliare, perché ogni errore potrebbe significare sintomo di inadeguatezza in un modello di società che vuole la perfezione umana secondo certe regole (dunque siamo già ai robot-umani) preferirebbero demandare tutto o quasi alla intelligenza artificiale.
Ma succede che non tutto va come dovrebbe. In un recente congresso al Mit di Boston, si è denunciato il fatto che i programmatori di intelligenze artificiali non hanno scrupoli a ripetere nei programmi le loro logiche maschiliste: ad esempio donna o femmina corrispondono quasi sempre a casalinga o ad occupazioni di tipo umanista. Così che se una azienda vuole assumere un ingegnere, grazie a quanto prodotti da questi programmi, troverà ai primissimi posti selezionando i CV degli uomini. Le macchine dunque replicherebbero i nostri stereotipi e pregiudizi. All’alba della rivoluzione industriale 4.0 che porterà via circa 50 milioni di posti di lavoro umani per darli alle macchine, siamo davanti a un bel problema, che però in un certo senso ci conforta. Abbiamo creato macchine sceme con lo siamo noi esseri umani. Tanto che in America è stata fondata la AI Now Iniative, insieme all’Unione americana per le libertà civili per cercare le intelligenze artificiali razziste.