Animali sempre più simili a noi. E’ quanto emerge da un interessante articolo di Focus incentrato sulle dipendenze da sostanze che coinvolgerebbero anche le specie animali e non solo l’uomo. Gli animali, dunque, si drogano realmente? La risposta è affermativa sebbene lo “sballo” sia spesso solo un effetto collaterale. Sono oltre 300 le specie animali che volontariamente o meno si abbandonano a qualche vizio di troppo tanto da trasformarlo in vera e propria dipendenza. Tra gli animali maggiormente attratti da sostanze inebrianti, a spuntarla è in modo particolare il gatto, vizioso al punto da selezionare le sostanze che tende a cercare con una certa regolarità. La classica è rappresentata dall’erba gatta, impiegata per purificare l’apparato digerente, ma non manca l’uso da parte del gatto selvatico del Teucrium Marum (camedio maro) o della Valeriana, impiegati rispettivamente come afrodisiaco e allucinogeno.
GATTI, CAPRE E PETTIROSSI DIPENDENTI DA SOSTANZE
Non solo gatti: ad aver sperimentato nel corso della storia diverse sostanze dagli effetti bizzarri sono state anche le capre. A loro si deve la scoperta del caffè. Secondo i racconti popolari, i loro comportamenti esagitati spinsero l’uomo a cercarne le cause trovandole nel loro costante consumo di bacche di caffè. Ma le capre si sono spinte oltre ed in Etiopia e nello Yemen si sono distinte per il consumo di khat, sostanza dagli effetti euforico-eccitanti. Tra le altre sostanze destinate allo “sballo” di questa specie animale, anche il “fagiolo del mescal”, ovvero il seme della Sophora secundiflora dai noti effetti allucinogeni. Diverse la “droga” prediletta dagli elefanti, i quali preferiscono invece l’alcol. A tal fine, attendono con ansia la maturazione dei frutti di alcune palme fino al raggiungimento del processo di fermentazione che li rende alcolici. Gli effetti dell’assunzione di “sostanze alcoliche” sono evidenti oltre che pericolosi per loro stessi ma anche per l’uomo: ipereccitazione, movimenti scoordinati e aggressività. A prediligere lo “sballo” da ubriacatura anche i pettirossi americani ghiotti di bacche. Ad ubriacarsi sono anche molto insetti, dalle mosche ai cervi volanti. Questi ultimi lo fanno consumando la secrezione di linfa in fermentazione che assume le sembianze della nostra comune birra. Tra gli effetti più bizzarri? Schiamazzi, cadute rovinose dagli alberi e sonno profondo, il solo modo per smaltire la sbornia.
NON SOLO “DROGA”: GLI ANIMALI SCELGONO L’OMEOPATIA
Ma in natura sono assai numerose le specie animali amanti dello sballo: le renne sono pazze di funghi dagli effetti dannosi per il branco in quanto provocano l’isolamento. Ma a provocare in loro un effetto inebriante è la stessa urina, di cui sono ghiotte. Ci sono poi animali, come il mandrillo, che preferiscono drogarsi prima di un combattimento o per conquistare la femmina e lo fanno assumendo iboga, una sostanza anch’essa allucinogena. Ad accomunare gli animali all’uomo non sono però solo i vizi ma anche l’impiego dell’omeopatia per curarsi. L’erba, in tal senso, viene usata da molte specie come vermifugo e per disintossicarsi, così come la terra. Gli scimpanzé della Tanzania hanno trovato il loro antibiotico naturale nelle foglie di una pianta delle Asteraceae. Mentre le tartarughe e le donnole mangiano l’origano per disintossicarsi dopo essersi cibate di serpenti, questi ultimi assumono finocchio per stimolare la propria capacità visiva. Le scimmie cappuccino hanno individuato infine piante capaci di fungere da antiparassitari e per lenire gli effetti delle puntare da insetto.