Una tavoletta risalente a 3700 anni fa dimostra la superiorità degli antichi babilonesi nello studio della trigonometria, basato su metodi più avanzati di quelli che usiamo noi oggigiorno. Non solo: la scoperta dimostra anche che conoscevano già il cosiddetto teorema di Pitagora ben prima che il filosofo greco ci arrivasse, mille anni prima di quanto fece lui, e che Hipparcus, l’astronomo greco considerato l’inventore della trigonometria vissuto intorno al 120 prima di Cristo, era già stato ampiamente superato. Lo dicono ricercatori australiani che hanno esaminato una tavoletta babilonese che contiene questa evidenza. Secondo i ricercatori della Università del New South Wales, i babilonesi avevano sviluppato una forma altamente sofisticata di trigonometria, il sistema matematico per descrivere gli angoli che ha fatto impazzire generazioni di studenti: coseno, sinusoide e tangente.



Sempre secondo i ricercatori australiani, tale risultato fu possibile per aiutare gli architetti a costruire i maggiori palazzi della città, nota per la sua magnificenza e l’esistenza dei Giardini Pensili, considerati una delle sette meraviglie del mondo antico. In particolare il professor Mansfield ha spiegato che il sistema di conteggio dei babilonesi permetteva loro di eseguire più facilmente calcoli complicati di quanto facciano i matematici di oggi: “L’approccio unico dei babilonesi alla geometria e all’aritmetica significa che questa tavoletta non è solo lo studio trigonometrico più antico del mondo, ma anche l’unica tabella del genere completamente accurata”.



Il motivo? “Tutto deriva dalle frazioni. Noi contiamo basilarmente dieci numeri che hanno solo due frazioni esatte: una metà, pari a 0,5 e una quinta, pari a 0,2. Ciò diventa problematico se si vogliono fare divisioni. Un dollaro diviso per tre dà 33 centesimi lasciandone fuori uno. I babilonesi invece contavano per 60, lo stesso sistema che noi usiamo per dividere il tempo. E questo numero ha un maggior numero di frazioni esatte. Non sembra granché, ma questo permetteva loro di fare una divisione molto più precisa: un’ora divisa per tre dà venti minuti esatti”. Quindi, dice ancora, in questo modo potevano fare calcoli molto più precisi evitando ogni tipo di errore associati alla moltiplicazione di quei numeri. Tale sistema potrebbe essere applicato anche oggi: è difficile che il mondo antico ci possa insegnare qualcosa di nuovo, ma questo è esattamente il caso. 

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