Il Lussemburgo è il primo paese europeo ad avere una legge per lo sfruttamento delle risorse minerarie estratte da asteroidi e altri corpi celesti. La legge è entrata in vigore il primo agosto e molti faticano a comprendere l’utilità, ma questa normativa fa seguito allo Space Act dell’amministrazione Obama che regola la stessa materia. L’obiettivo del Parlamento del Lussemburgo è di attirare aziende intenzionate a investire nello spazio: grazie a questa legge avranno il diritto di sfruttare le risorse che riusciranno ad estrarre dai corpi celesti. Il provvedimento prevede che lo Stato conceda l’autorizzazione, dopo la quale va presentato uno studio di fattibilità. Come la legge americana, concede la proprietà delle risorse solo dopo l’estrazione: così dovrebbero essere scongiurati conflitti con il Trattato sullo spazio extra-atmosferico, che vieta la rivendicazione delle risorse situate nello spazio. E infatti uno degli obiettivi del Lussemburgo è promuovere la cooperazione internazionale per favorire un sistema di governance e un quadro normativo globale per l’uso delle risorse dello spazio.
UNA LEGGE PER LO SPAZIO: IN LUSSEMBURGO LA PRIMA EUROPEA
IL PIANO DEL GRANDUCATO, L’ITER DA SEGUIRE
Questa legge rientra nello Space Resources, iniziativa con la quale il Granducato punta a diventare uno dei protagonisti nell’industria delle risorse spaziali. Anche per questo si è impegnato a spendere almeno 200 milioni di euro per gli investimenti verso aziende interessate nello sfruttamento minerario degli asteroidi, in cambio di uffici (e quindi posti di lavoro) sul territorio nazionale. Interesse ne ha già mostrato la Planetary Resources, che ha sede a Seattle e in Lussemburgo: l’azienda americana ha ammesso che il Granducato sta fornendo una base solida per progetti sull’estrazione di risorse minerarie. Chi vuole svolgere una missione di esplorazione spaziale a fini commerciali deve fare richiesta scritta e possedere requisiti stringenti non solo dal punto di vista economico e finanziario. La domanda va accompagnata da una valutazione dei rischi, che vanno coperti da una polizza assicurativa adeguata. La legge prevede anche il pagamento di una somma, da 5mila a 500mila euro, commissurata alla complessità della domanda da esaminare.