Zhong Zhong e Hua Hua sono le due scimmie che possono rivoluzionare la ricerca biomedica. Loro sono gli unici primati clonati con la tecnica della pecora Dolly, un risultato che potrebbe permettere di usare meno scimmie nella sperimentazione animale, ma le ripercussioni sono diverse. Grazie ai meccanismi di sviluppo identificati sarà possibile, ad esempio, studiare meglio ciò che causa molte malattie. Se la comunità scientifica è entusiasta per i risultati ottenuti, preoccupazioni sono state invece espresse dal cardinale Elio Sgreccia, teologo e storico portavoce del Vaticano per quanto riguarda i temi di bioetica. «Una minaccia per il futuro dell’uomo», il commento del presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita all’agenzia Adnkronos. La Chiesa non ha espresso una condanna esplicita e ufficiale sulla clonazione animale, ma per Sgreccia questo potrebbe essere «il penultimo passo, prima di arrivare alla clonazione dell’uomo, evento che la Chiesa non potrà mai approvare» e che viene definito «un autentico attentato al futuro dell’intera umanità». (agg. di Silvana Palazzo)



CINA, CLONATE DUE SCIMMIE: STESSO METODO DELLA PECORA DOLLY

La scienza aggiunge un altro tassello incredibile nella conoscenza e innovazione nel mondo della clonazione: come rivela la rivista “Cell”, in Cina sono state clonate per la prima volta nella storia due scimmie. Si chiamano Zhong Zhong e Hua Hua, sono due cuccioli di macaco cinomolgo e sebbene sembrano delle normalissime piccole scimmie sono le prime due clonate della storia: in laboratorio da un’équipe di scienziati del Chinese Academy of Science Institute of Neuroscience di Shanghai, coordinata da Qiang Sun, mediante la cosiddetta tecnica del trasferimento nucleare di cellule somatiche, sono state create “dal nulla” le due scimmiette. A 20anni in pratica dal primo caso arcinoto della pecora Dolly, la scienza fa un altro passo clamoroso “producendo” due scimmie in laboratorio: «una pietra miliare nell’ambito delle biotecnologie dal momento che nessuna équipe era riuscita, finora, ad applicare questa tecnica con successo sulle scimmie, e perché si tratta di un avanzamento tecnologico che spiana la strada alla possibilità di condurre, un giorno, ricerche di laboratorio su popolazioni di primati dal genoma perfettamente personalizzabile e replicabile», si legge nel lungo articolo apparso su “Cell”. Quanto successo con Zhong Zhong e Hua Hua (in cinese significano “nazione” e “popolo cinese”) va detto, è un primum per una tecnica completa a livello nucleare-cellulare, ma non è la prima volta in assoluto. 19 anni fa, in pratica poco dopo la clonazione della pecora Dolly (in Scozia, era il 5 luglio 1996), vene creato in laboratorio il macaco Tetra ottenuto negli Stati Uniti d’America tramite la scissione dell’embrione. In quel caso però venne utilizzata una tecnica che imita il processo naturale, ma si riuscì solo in parte.



ECCO I MACACHI “ANTI-CANCRO”

Quanto invece avvenuto nel 2018 riguarda una tecnica molto più complessa: «prevede la rimozione del nucleo da una cellula uovo e la sua sostituzione con il nucleo di una cellula somatica del donatore. La cellula così ottenuta si “sviluppa” fino a diventare, per l’appunto, un clone del donatore», spiega “Le Scienze”. Ma quindi da oggi si potranno clonare anche gli altri mammiferi, e dunque, anche l’uomo nel prossimo futuro? Piedi di piombo, invitano gli stessi scienziati cinesi-americani: al momento questa ricerca e i risultati ottimi potrebbero portare un giorno futuro ricerche di laboratorio su popolazioni di primati dal genoma perfettamente personalizzabile e replicabile. Ma i limiti devono essere stabiliti molto chiaramente e sono gli stessi scienziati a non correre troppo dopo i clamore di questa ultima clonazione: «Abbiamo dovuto provare diversi metodi, fallendo diverse volte, e solo uno ha funzionato. La tecnica che abbiamo messo a punto permetterà di comprendere meglio la biologia dei primati. Siamo ora in grado, per esempio, di produrre scimmie con lo stesso patrimonio genetico eccetto per un singolo gene, il che ci aiuterà a studiare disturbi come il cancro o le malattie del sistema immunitario e metabolico e a valutare l’efficacia dei farmaci prima dell’uso clinico», spiega ancora Qiang Sun, che poi tratteggia anche una possibile e non tanto utopica possibilità di andare a ricercare possibili cure contro tumori e altre terribili malattie. «Sarà possibile produrre scimmie clonate con lo stesso background genetico tranne che per un gene manipolato. Questo genererà modelli reali non solo per le malattie cerebrali che hanno una base genetica, ma anche per il cancro, per patologie immunitarie o metaboliche e ci permetterà di testare l’efficacia dei farmaci per queste malattie prima dell’uso clinico» conclude il direttore dell’esperimento.